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Cronaca

Operazione "Idra", la malavita sull'asse Rimini-Napoli: 6 arrestati dai carabinieri

Altre 11 persone denunciate a vario titolo dai militari dell'Arma che hanno indagato sui legami tra Romagna e ambienti camorristici napoletani fatti di truffa, riciclaggio, estorsione e bancarotta fraudolenta

Alle prime luci dell’alba di martedì è scattata la maxi operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Rimini che, con circa cinquanta militari operativi, stanno dando esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e domiciliari, tre obblighi di firma e undici denunce in stato di libertà emessi dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Rimini nei confronti di un gruppo di persone, tutte di origine campana.

Operazione "Idra", gli arrestati

Ai soggetti vengono contestati reati di vario titolo: associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, all’esercizio abusivo del credito, bancarotta fraudolenta e intestazione fittizia di beni a nome altrui. Ma non solo: tra i reati compaiono anche il trasferimento fraudolento di valori, truffa e riciclaggio. “Idra”, questo il nome dell’operazione, è iniziata nel febbraio del 2013 sulla scia dell'inchiesta "Mirror" ed ha portato a fare emergere i rapporti di affari tra gli indagati residenti in Romagna ed esponenti di alcuni clan camorristici di Napoli, che gestivano un sistema di riciclaggio di denaro, provento di attività illecite. A questo scopo erano state intestate ben 4 società ad alcuni prestanome: l’operazione permetterà anche il sequestro e la confisca di tali società e dei beni mobili ed immobili a loro intestati.

L'indagine degli inquirenti dell'Arma ha fatto emergere un sistema dove spicca in modo inequivocabile la figura di Pio Rosario De Sisto, detto "zio Pio", il quale era a capo dell’associazione dando indicazioni sulle varie operazioni criminali da portare avanti. Lo stesso, nell'aprile del 2013, aveva organizzato a Bellaria un incontro dove parteciparono i fratelli Antonio e Pasquale Nuvoletta, imparentati all’omonimo clan cammoristico di Marano di Napoli, Michele Senese, esponente di primo piano della malavita romana ed arrestato nel mese di giugno 2013 quale mandate per un omicidio del 2001, ed un altro esponente di spicco residente nel capoluogo riminese.  Questo incontro, secondo i carabinieri, aveva fortificato ancora di più l’autorità di De Sisto che entrava in affari con i Nuvoletta, avvalendosi delle loro aderenze in campania, condividendo i proventi illeciti della truffa fatta tramite la società “Odierna Distribuzione srl”, fittiziamente intestata ad un altra persona ma di fatto a loro riferita. La ditta, in pratica, acquistava materie di vario genere (macchinari industriali, generi alimentari, ecc.), pagando con assegni post datati e comunque tratti da conti correnti privi di copertura. la merce consegnata veniva successivamente spostata su altri magazzini e buona parte veniva destinata in supermercati compiacenti nelle zone di Marano di napoli  e San Giovanni a Teduccio. In tale contesto agli indagati è stato rubricato il reato di bancarotta fraudolenta.

L’attività investigativa ha documentato inoltre come De Sisto si dedicasse, inoltre, all’esercizio abusivo del credito in favore di una moltitudine di soggetti, tra i quali anche piccoli imprenditori, cui poi conseguiva una altrettanto stabile attività di “recupero crediti”, che in alcune occasioni sfociava in condotte estorsive. Infatti nel corso delle indagini i carabinieri hanno riscontrato l'estorsione ai danni di due imprenditori riminesi di cui, uno, è stato costretto a restituire 23500 euro a fronte di un prestito di 5200 euro. A cadere nella rete tesa dai carabinieri di Rimini sono stati Pio Rosario De Sisto, 58enne, Nicola Borghetti, 32enne, entrambi finiti in carcere. Ai domiciliari, invece, Antonio Nuvoletta, 71enne, Pasquale Nuvoletta, 74enne, e Enrico Francesco Pasquini, 65enne.

I sequestri preventivi, fatti scattare dai carabinieri contestualmente agli arresti, hanno portato i sigilli a 72 conti correnti e altri depositi in cassette di sicurezza, 2 appartamenti, 3 autovetture, 5 autocarri e le società a loro riconducibili di cui 4 tra Rimini, Fondi e Cesena il cui valore delle quote societarie ammonta a circa 220mila euro. In totale il patrimonio sottoposto alla misura cautelare si aggira sui 600mila euro. I militari dell'Arma della Compagnia di Giuliano in Campania, inoltre, hanno rinvenuto, all’interno dell’autovettura di Pasquale Nuvoletta, una pistola clandestina mod. 34 con un caricatore di 6 proiettili. L’arma è stata pertanto sequestrata e l’indagato arrestato e trasferito in carcere.    

IL PLAUSO DEL SINDACO ANDREA GNASSI - “Quella contro le infiltrazioni malavitose - ha commentato il primo cittadino di Rimini - è una sfida che il nostro territorio ha raccolto e che vuole rilanciare. Una battaglia lunga e difficile, che trova slancio grazie all’ennesima attività di successo portata a termine dalle forze dell’ordine, che anche oggi hanno raccolto un altro importante risultato con l’Operazione Idra, riuscendo a smantellare un sistema di riciclaggio di denaro frutto di attività illecite tra personaggi residenti in Romagna ed esponenti di clan camorristici campani. Un’operazione che ha visto impegnati i militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Rimini ai quali va il mio ringraziamento e i miei complimenti a nome dell’intera comunità, per l’attenta e proficua attività investigativa conclusa oggi".

"Che la criminalità organizzata non sia un problema ‘solo’ del Sud Italia - conclude Gnassi - ormai è noto; è un messaggio che è arrivato chiaro e forte. Del resto non abbiamo mai voluto voluto sminuire il tema di un radicamento delle attività criminali sul nostro territorio: al contrario, le Istituzioni in questi anni hanno voluto fortemente cambiare approccio al problema, mettendo al bando le ipocrisie e lavorando invece per portare avanti un percorso di crescita culturale, che procedesse di pari passo con la fondamentale attività di contrasto delle forze dell’ordine e delle autorità competenti. E’ doveroso per le istituzioni proseguire sulla strada intrapresa, potenziando le iniziative di sensibilizzazione e le azioni di carattere amministrativo (vedi i tanti protocolli d’intesa sottoscritti nei mesi da quello sugli appalti alla lotta al lavoro nero) in stretta sinergia con il tessuto economico e sociale. Serve, in sintesi, una risposta forte da parte della società nella sua interezza contro un fenomeno, quello della mafia nelle sue varie declinazioni, che non teme ‘crisi’, ma che teme invece la compatezza e la solidità di un territorio che vuole restare sano. In questo contesto è indiscutibile il valore di attività investigative complesse come quella portata a termine oggi dal Comando provinciale dei Carabinieri, azioni indispensabili per dare un segnale forte ad una malavita organizzata che prova a ramificarsi anche nella nostra terra”.  

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