Con l'esposizione "Una mostra e il suo doppio" si chiude la trilogia di Moreno Mondaini
“Una mostra e il suo doppio” è il titolo dell’esposizione che inaugura venerdì 29 luglio alle ore 17 nella Sala Sant’Agostino di Rimini, in via Cairoli 36.
La mostra chiude la trilogia di esposizioni pensata dal curatore Moreno Mondaini, iniziata nel maggio scorso con “La stanza degli abbracci” e proseguita in ottobre con “Perché scorrere?”.
«Sono tre racconti con gli occhi e il linguaggio dell’arte che riguardano tutti noi molto da vicino – dice Mondaini –. La prima esposizione metteva al centro il racconto della pandemia attraverso il dolore per l’impossibilità degli affetti, la seconda il racconto della speranza per una vita che pur doveva e deve continuare, rinascere. E ora la terza parte, “Una mostra e il suo doppio”, che mette in scena il racconto di come vogliamo tenere accesa quella speranza, nonostante tutto, dove il tutto è addirittura una guerra dall’imprevedibile esito».
Nella Sala Sant’Agostino saranno esposte le opere di Daniela Albani, Massimo Amanati, Silvana Cardinale, Davide Grassia, Clarita Kuo, Maria Grazia Morri, Maurizio Vitri.
Si tratta di dipinti, fotografie, sculture che mostrano come «Il nostro combattere non è per sopravvivere bensì per vivere anche se, a pandemia ancora in corso, una guerra ci costringe a richiamare in campo quelle sensibilità, quei linguaggi, che ci hanno aiutato a elaborare quanto stava accadendo in una scacchiera le cui pedine erano le paure, le speranze e la consapevolezza di uno stravolgimento esistenziale difficilmente ricomponibile», prosegue Mondaini.
Le prime due mostre della trilogia hanno incontrato le emozioni del pubblico che ha visitato le esposizioni spesso con gli occhi lucidi, a testimoniare l’efficacia del racconto artistico.
«Ora, un anno dopo, chiudiamo la trilogia espositiva parlando ancora di paure e speranze – spiega il curatore –. Gli artisti, artefici di un pensiero condiviso, hanno preso la parola e sviluppato l’idea. Un’idea che si è materializzata con lo scalpello, il pennello, la penna, lo scatto fotografico, qualsiasi altro attrezzo d’artista. Un vivere e un morire come lo possono raccontare solo dei visionari con l’occhio e il linguaggio dell’arte, perché, come ha affermato lo storico inglese Arnold J. Toynbee “Le opere di artisti e letterati hanno vita più lunga delle gesta di soldati”».
Da qui la motivazione del titolo “Una mostra e il suo doppio”. Dice Moreno Mondaini: «Lo scorrere del sangue, lo scendere delle lacrime, sono parte di quel racconto che non ha bisogno di parole per scoprire che la guerra, ogni maledetta guerra, non è tanto nel suo scoppiare quanto nel suo deflagrare dentro di noi». E allora «Immaginiamoci al finestrino di un treno in corsa mentre, immobili, gli occhi fissi al vetro, siamo bombardati da immagini inarrestabili che, all’improvviso, scompaiono per lasciare riflesso un solo volto… il nostro. “Una mostra e il suo doppio” è la consapevolezza che un possibile futuro, piccolo o grande che sia, è da immaginare senza paura, da perseguire senza esitazioni».
Mondaini conclude con un invito: «Proviamo ora a fermarci, ad abitarla questa mostra. Consideriamola uno spazio nostro in cui riflettere, relazionarsi, ascoltare».
La mostra rimane aperta sino al 21 agosto, dal martedì alla domenica, ore 17-20, al mattino su appuntamento (cell. 348 3848074). Ingresso libero.