"La rabbia": la dedica di Pippo Delbono a Pier Paolo Pasolini
Pippo Delbono è un grande conoscitore dell’opera di Pier Paolo Pasolini. Da alcuni dei suoi scritti più coraggiosi ha tratto la recente antologia Urlare la verità (Edizioni Clichy), ma è anche autore, regista e interprete di uno storico omaggio, La rabbia. Uno spettacolo dedicato a Pier Paolo Pasolini, in cartellone al Teatro del Mare di Riccione venerdì 13 marzo (ore 21.15) nell’ambito della rassegna La bella stagione. Portato in scena per la prima volta nel 1995 e accolto con entusiasmo dalla critica italiana ed europea, La rabbia è uno dei lavori-simbolo di Delbono, che in questo riallestimento è affiancato dai volti più noti della sua compagnia: Pepe Robledo, Bobò, Piero Corso, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio. Insieme a loro una presenza assolutamente inedita, quella di Vladimir Luxuria.
«Credo che non ci sia modo peggiore di ricordare Pasolini che facendo di lui un santino» ha detto l’attore e regista genovese. Proprio per questo La rabbia non è una commemorazione ma una dedica, un omaggio che nasce da un’intima corrispondenza con l’uomo e l’artista e da quella vitale necessità che da sempre è l’ispirazione prima dei lavori di Delbono e Robledo. Se ne accorse subito Franco Quadri, che sulle colonne di Repubblicascrisse: «Lo spettacolo, che distilla con grazie e leggerezza una protesta esistenziale, procedendo sul filo delle associazioni, rispetta le regole di un cabaret e lo spirito di una ricerca che non si fanno più, ma senza aliti commemorativi a contaminare la bellezza». A suggerire il titolo è un docufilm del 1963 in cui Pasolini analizza con occhio critico i fenomeni sociali del mondo contemporaneo. Ai suoi tempi «ero molto piccolo» scrive Delbono, «erano gli anni Sessanta, il boom economico degli anni Sessanta, quando tutti si compravano le prime lavatrici, i primi televisori, le Fiat». La rabbia nasce da questo ricordo ma va molto più in là, traendo spunto dalla frase con cui inizia Il fiore delle mille e una notte: «La verità non sta in un sogno, ma in molti sogni». Ed ecco mescolarsi a testi come questo i sogni più vari, ma anche le parole di Rimbaud e dei Vangeli, il cinema di Chaplin e la musica pop, in un lavoro che coniuga teatro, danza, poesia e realtà vissuta, portando all’estremo l’idea dell’attore che non interpreta ma si avvicina alla vita e al mondo dell’autore.
La bella stagione e la città di Riccione rendono così omaggio a Pasolini nel quarantennale della sua scomparsa, e al tempo stesso accolgono uno dei personaggi più influenti della scena contemporanea. Formatosi con figure storiche come Iben Nagel Rasmussen dell’Odin Teatret e Pina Bausch, Pippo Delbono ha conquistato i maggiori riconoscimenti nazionali e internazionali. Con Barboni nel 1997 si è aggiudicato il Premio speciale Ubu «per una ricerca condotta tra arte e vita», mentre il suo Dopo la battaglia ha vinto l’Ubu come miglior spettacolo dell'anno nel 2011. L’Enrico V ha invece ottenuto il più grande onore per un adattamento shakespeariano, venendo rappresentato alla Royal Shakespeare Company di Stratford-upon-Avon. Caso unico nella storia del nostro teatro, la Compagnia Pippo Delbono ha inoltre fatto tappa in più di cinquanta Paesi al mondo, si è esibita più volte al Festival di Avignone ed è stata protagonista di retrospettive al Théâtre du Rond Point di Parigi, al CCB di Lisbona, al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, al Berliner Festpiele e al Festival di Otono di Madrid.