Delfini sequestrati a Rimini, nuova querelle con l'acquario di Genova

Nuova guerra di carte bollate nella querelle che vede il Delfinario di Rimini contrapportsi all'acquario di Genova sulla vicenda dei tursiopi sequestrati nella struttura romagnola. Nel corso dell'inchiesta riminese, durante il processo i proprietari dei quattro mammiferi portati in Ligura avevano chiesto di poter vedere gli animali e, una volta arrivati nell'acquario, avevano individuato delle lacune e, sopratutto, delle condizioni inacettabili dei loro delfini oltre al fatto che la femmina, Luna, era stata fatta accoppiare e aveva partorito un piccolo a cui era stato messo il nome di Indy. Trattandosi di un animale sotto sequestro, era partita una denuncia, alla Procura della Repubblica di Genova che, a sua volta, aveva aperto un fascicolo per violazione dei sigilli. Si era poi scatenata una battaglia sulla paternità del cucciolo e, in seguito, era emerso che a fecondare Luna era stato un altro delfino, Robin, di proprietà del parco di Gardaland i cui proprietari, a loro volta, non avevano saputo nulla di quanto accaduto nelle vasche genovesi.

La struttura veronese, di comune accordo con quella riminese, avevano quindi deciso di portare via il piccolo che, di fatto, era di loro proprietà al 50% ciascuno. Attraverso un atto notarile, le due realtà avevano donato il piccolo Indy a Zoomarine di Roma ma, nonostante questo, il cucciolo non è mai stato rilasciato dall'acquario di Genova. Nel frattempo, sul fronte riminese della causa, il pubblico ministero ha chiesto il sequestro del delfino ma, sia il gip che il Tribunale della libertà, hanno rigettato le sue richieste. A questo punto dell'intricata vicenda giudiziaria, se il piccolo Indy rimarrà a Genova i proprietari del parco rischiano una denuncia per appropriazione indebita.