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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Variante alla Statale 16, il comitato conferma il suo no e cerca fondi online per la "battaglia legale"

L'opera, ritenuta dal comitato un "ecomostro" anacronistico e obsoleto

Anas vorrebbe realizzare una nuova variante della SS16 Adriatica nel tratto tra Bellaria e Misano Adriatico. Sull’opera il comune di Rimini ha presentato un dossier di osservazioni e, recentemente, il Ministero dell’Ambiente ha comunicato la proroga della Valutazione di Impatto Ambientale fino al 2028.

La variante ha raccolto diverse critiche e la netta avversione da parte del comitatoNo alla variante della SS16 Rimini - Tuteliamo il nostro territorio”, che ritiene l’opera un vero e proprio “ecomostro”. Per sostenere la mobilitazione attraverso petizioni, manifestazioni, incontri pubblici e tutte quelle forme di mobilitazione che possono portare ad una maggiore informazione e sensibilizzazione sul tema, il comitato si finanzia attraverso il versamento delle quote volontarie da parte dei cittadini che decidono di aderirvi.

Inoltre, ha recentemente lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma www.gofundme.com, dove chiunque, anche in anonimo, può fare piccole e grandi donazioni. Soldi che, spiega il comitato, serviranno anche a “sostenere la nostra lotta legale e ogni iniziativa che sarà portata avanti contro la causa”.

Dati a supporto

Il comitato, a supporto della validità della propria battaglia contro la costruzione della nuova variante, ritenuta obsoleta e inefficace, cita anche i dati Arpae, sottolineando come nel periodo che va dal primo gennaio al 30 novembre 2023, il limite giornaliero di polveri sottili sia “stato superato ben 32 volte, nella sola centralina di via Flaminia. Dunque, senza contare il mese corrente di dicembre, siamo già vicini al massimo di 35 superamenti previsto per legge”.

Il comitato ricorda inoltre la necessità di evitare un ulteriore cementificazione del suolo, già fortemente antropizzato, della provincia di Rimini. Un fenomeno che, spiega il comitato, “influenza la capacità del territorio di rispondere ad eventi climatici, come le alluvioni”.

Progetto anacronistico

Il comitato ricorda come il progetto di Anas sia ormai obsoleto, perché ideato ormai 20 anni fa e sottolinea: “Il complesso della nuova variante SS16 è largo 50 metri e lungo 28 chilometri, a questa si aggiungono raccordi e svincoli per un totale di 1 milione e 200.000 metri quadrati di asfalto. Comporta la costruzione di 4 corsie parallele al tratto lato mare dell'autostrada, formando così, un agglomerato da 14 corsie (di cui 4 di emergenza) e moltiplicando le polveri sottili in una città in cui l'inquinamento è già elevato e sfora spesso i limiti”. Secondo il comitato, inoltre, la nuova opera non sarà in grado di spostare il traffico dalle zone più congestionate, come quelle del centro urbano e della via Marecchiese.

Tra l’altro, il comitato spiega come il progetto non tenga conto “del mutamento dei contesti abitativi su cui passerà, zone in cui sono sorti nel frattempo interi villaggi (Anas da atto che gli immobili presenti nella fascia di 250 metri sono praticamente raddoppiati, passando da circa 1100 a 2000) ad alta densità abitativa, con nuove abitazioni, scuole e palestre nelle vicinanze, abitazioni che rappresentano per molte famiglie un nuovo inizio, un punto di partenza verso il futuro, con tanto di mutuo sulle spalle da pagare, mentre per altre i sacrifici di una vita, le famose "4 mura" di casa colme di un valore affettivo oltre che economico”.

Lo scopo del comitato

Nello spronare i cittadini ad unirsi “nella difesa del nostro territorio e nella lotta contro questo progetto che minaccia la qualità della nostra vita e l'integrità del nostro ambiente”, il comitato ricorda che la missione assunta “va oltre la difesa dei soli espropriati, l'unico gruppo che riceverebbe una forma, seppur minima, di compensazione se il progetto andasse avanti, ma bensì si pone come obiettivo la tutela di tutti i cittadini e del territorio, cioè di tutti quei soggetti che ne comprendono la gravità e l’inadeguatezza, persone interessate all’ambiente in cui vivono e in cui vivranno i loro figli e su cui quindi l’opera avrà un impatto diretto devastante, a livello di inquinamento dell’aria, acustico, paesaggistico e ambientale”.

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