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Teatro Santarcangelo di Romagna

Al via il Festival internazionale del teatro in piazza a Santarcangelo

Prosegue con una nuova direzione artistica triennale e con il nome Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza la storia del più longevo festival di teatro di ricerca in Italia

Prosegue con una nuova direzione artistica triennale e con il nome Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza la storia del più longevo festival di teatro di ricerca in Italia. Alla guida del nuovo triennio un gruppo di curatori composto da Silvia Bottiroli, alla direzione artistica, con Rodolfo Sacchettini e Cristina Ventrucci alla condirezione. L’edizione 2012 del festival rappresenta quindi il “primo atto” di un discorso complessivo che si concluderà nel 2014.

Il festival, alla 42° edizione, è stato presentato venerdì mattina in Regione, da Roberto Naccari, presidente dell'Associazione Santarcangelo dei Teatri e dalla direzione artistica, con interventi di Mauro Morri e Monica Ricci, rispettivamente sindaco e assessore alla cultura di Santarcangelo di Romagna,  di Marina Bellei di Hera e  di Angela Vella di Unicredit Rimini.

Quello di Santarcangelo è un festival che non si pone come vetrina ma luogo di esperienza artistica, nell’aprire dialoghi internazionali sia con figure storiche che con artisti alla loro prima creazione; nell’immaginare progetti fuori formato rispetto al teatro, che sconfinano con spudoratezza e con semplicità nell’arte, nella scrittura, nel disegno e nel cinema; nel coinvolgere bambini, anziani, cittadini e stranieri in creazioni di artisti capaci di creare un cortocircuito tra la scena e la vita, lontano da ogni forma televisiva e da ogni narcisismo, a ricordarci come l’arte sia un luogo di distillazione del reale, uno spazio dove è possibile esercitare uno sguardo più profondo.

“Una delle domande che muovono il programma di questa edizione riguarda il rapporto tra le arti della scena e la rappresentazione della vita quotidiana, delle emozioni e relazioni che consideriamo ordinarie, delle forme del vivere comune e del vivere in comune (affettivo, familiare, politico) – afferma Silvia Bottiroli – una questione che interroga l’umano come ambito e la vulnerabilità come qualità dell’essere in relazione a sé, agli altri e alla storia. Infatti, è proprio nell’ottica di una fragilità – conclude Bottiroli – che il teatro può costruire attorno a ciascuna presenza un luogo, uno spazio di ascolto e risonanza, una possibilità per artisti e pubblico di condividere un’esperienza nel tempo e nello spazio straordinari di un festival”.

Il triennio viene intitolato Santarcangelo •12 •13 •14 (a indicare rispettivamente quarantaduesima, quarantatreesima e quarantaquattresima edizione) per suggerire uno spostamento immaginario rispetto alla cronologia della storia, alludendo a una costante giovinezza del festival nel suo porsi come stato iniziale, come origine.

 

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