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Economia

Abbassamento Iva, incentivi per i giovani e per le locazioni: le proposte del settore moda per il rilancio

Giammaria Zanzini, presidente Federazione Moda Italia-Confcommercio della provincia di Rimini: “Il rilancio non può prescindere dal settore moda"

“Il rilancio del nostro Paese non può prescindere dal rilancio del settore moda, spina dorsale economica delle nostre città per numero di aziende (con 191.544 punti vendita in Italia) ed occupati (278.964 addetti) nel settore commerciale italiano. Per questo Federazione Moda Italia – Confcommercio – spiega il presidente provinciale riminese, Giammaria Zanzini -, abbiamo avanzato proposte al Ministero dello Sviluppo Economico. Reputiamo urgenti per imprese e cittadini interventi sulla riduzione del caro energia e del cuneo fiscale ancora più incisive di quelle messe in atto finora"
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"Per quanto riguarda specificatamente il nostro settore, caldeggiamo una riduzione dell’aliquota massima Iva del 22% su abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e articoli sportivi per sostenere il potere d’acquisto dei consumatori, mentre le nostre imprese hanno bisogno di crediti d’imposta per le locazioni degli esercizi e per la “rottamazione” dei capi usati con l’obiettivo di promuovere il riciclo delle fibre e lanciare al contempo i consumi eco compatibili. Chiediamo inoltre sgravi fiscali e crediti di imposta per le imprese commerciali che donano eccedenze di magazzino, ora gravate da una burocrazia asfissiante."
 
"Non va poi dimenticata l’incertezza ancora legata pandemia: questo implica una, a mio parere doverosa, richiesta di divisione dei rischi tra il retail e i produttori di moda, cosa che finora non è accaduta con l’impatto negativo dell’emergenza lasciato solo sul rivenditore finale. Occorre dunque lavorare su un “patto di filiera” per una moda etica e sostenibile; un patto tra industria, negozi di prossimità, Stato e istituti di credito. Si dia ai commercianti al dettaglio la possibilità di un reso merce almeno del 20-30%, la possibilità di rivedere gli ordini effettuati come da regola 6/7 mesi prima senza essere colpiti da penali pesantissime come accade attualmente, si pensino detrazioni fiscali dedicate al consumo sulla scia di quanto messo in campo per i settori edile, automobilistico e del mobile, si sollecitino gli istituti di credito a piani di rientro bancario calmierati" dice Zanzini

"Dobbiamo affrontare in maniera specifica anche sul piano nazionale tutti temi legati al rilancio del fashion retail, a cominciare dalla valorizzazione e dal sostegno dei negozi storici, come stiamo già facendo a Rimini, Cattolica, Santarcangelo e Riccione confrontandoci con le amministrazioni locali attraverso il progetto di Confcommercio provinciale che mette in rete le Botteghe Storiche del territorio con itinerari dedicati. Occorrono più incentivi per l’apertura di nuovi negozi da parte dei giovani a cui va aggiunta formazione su sartoria e retail, accanto ad un sostegno per le imprese femminili, alla facilitazione per il passaggio generazionale e la cessione di azienda o rami d’azienda con cui si possa dare continuità alle attività familiari o favorire l’inserimento di terzi"

"Una congrua WebTax e una imposta minima globale sui ricavi dei colossi del web sarà poi una soluzione fondamentale per riequilibrare i rapporti di forza in uno stesso mercato che non può avere regole diverse. Due le proposte per tutelare la sana concorrenza di mercato: una normativa speculare tra i market place e i negozi di prossimità per quanto riguarda saldi e promozioni e l’inquadramento a partita Iva dei venditori terzi che non si limitano a vendere prodotti di seconda mano, ma con profondità di assortimento".

"A tutela del Made in Italy, marchio fondamentale ma non abbastanza difeso nel nostro settore, va rivisto il sistema dell’“ultima lavorazione sostanziale” del prodotto, attualmente imperfetto. Occorre che le aziende del tessile abbigliamento a livello mondiale si dotino della certificazione SA8000 (attualmente solo 4.778 al mondo di cui 2.275 in Italia) sulla responsabilità sociale d’impresa, perseguendo non solo l’obiettivo economico della redditività, ma anche sociale, ambientale, di coesione e pari opportunità attraverso etica e innovazione.  Il progetto di Federazione Moda Italia è rivolto alla valorizzazione delle imprese che vogliono attivare un percorso innovativo e creativo in un mercato in evoluzione, con l’obiettivo del mantenimento e dell’incremento dei posti di lavoro, garantendo alle aziende e ai loro dipendenti una qualità di vita e di lavoro migliore. Continueremo ad impegnarci a tutti i livelli affinché ciò avvenga: ne va del futuro dell’economia italiana”. 
 

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