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Confesercenti, il caldo riduce la propensione al consumo, a rischio 3,4 miliardi di spesa

Numerosi studi internazionali documentano come il rialzo delle temperature incida negativamente sulle decisioni di spesa delle famiglie e delle imprese

Alte temperature, bassi consumi. L’ondata di calore scatenata da Caronte non impatta solo il lavoro, ma in generale scoraggia l’attività all’aria aperta e le interazioni sociali, riducendo la propensione al consumo delle famiglie nei giorni di massimo calore, e mette a rischio circa 3,4 miliardi di euro di spesa. E l’impatto del caldo eccessivo sui consumi potrebbe durare più dell’afa stessa. Per difendersi dalle alte temperature le famiglie stanno intensificando l’utilizzo di condizionatori o altri strumenti similari, aumentando di conseguenza i consumi elettrici a scapito di altre spese. Nella prima settimana segnata dall’avvento di Caronte sono aumentati del 7%: un’accelerazione che rischia di ridurre il beneficio della frenata delle tariffe. A fine anno la spesa per l’energia delle famiglie dovrebbe restare a quota 20 miliardi, ancora 6,6 miliardi oltre quanto pagato nel 2020.

A stimarlo è Confesercenti, in vista del tavolo sull’emergenza caldo al Ministero del Lavoro, previsto per domani martedì 25 luglio alle ore 10.30.

Il commento del presidente di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini: “Questa situazione pone una sfida per le attività economiche e il lavoro. Confesercenti ha già invitato gli associati a adottare tutti i provvedimenti di prevenzione per ridurre al minimo il rischio espositivo dei dipendenti, a partire da misure che favoriscano la turnazione del personale e la rimodulazione degli orari di attività, per evitare i momenti più caldi della giornata. Il ricorso alla cassa integrazione, però, deve avvenire solo se strettamente necessario: evitiamo di prendere provvedimenti che siano peggio degli effetti negativi del clima”.

Numerosi studi internazionali documentano come il rialzo delle temperature incida negativamente sulle decisioni di spesa delle famiglie e delle imprese. Tanto più prolungati i periodi di caldo eccessivo, tanto maggiore è il sacrificio che ne può derivare in termini di consumi. Per dare conto di quanto questi effetti siano oggi rilevanti, si consideri che “Caronte” è ormai in atto dalla metà di luglio e che per gran parte dell’Italia l’anticiclone africano si protrarrà almeno per tutta la prossima settimana. Secondo le valutazioni di Confesercenti, una settimana di caldo oltre la norma arriva a determinare una contrazione dello 0,2% dei consumi del mese nel quale si verifica lo shock di temperatura, che potrebbero quindi subire una riduzione di 3,4 miliardi rispetto all’andamento riscontrato nella prima metà del mese.

Le valutazioni sono confermate dalle imprese associate. In tutta Italia, ci segnalano un rallentamento degli acquisti e un cambiamento delle fasce orarie degli acquisti nei negozi: cittadini e turisti rinunciano allo shopping nelle ore più calde del giorno, concentrandosi nel tardo pomeriggio, in particolare dalle 18.00 in poi. Uno spostamento sfavorevole per il commercio su aree pubbliche: nei mercati e mercatini all’aperto, tradizionalmente attivi la mattina, alcuni nostri associati segnalano cali fino al 30% delle vendite rispetto allo scorso luglio. Situazione difficile anche per le attività della ristorazione: il caldo straordinario scoraggia l’utilizzo di dehors e tavoli all’esterno, in particolare nelle città del centro sud.

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