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Montevecchi (Lega) critico con il suo partito per il voto alla risoluzione europea sulle armi a Kiev

Il consigliere regionale: "Nessun riferimento alla mediazione/trattativa diplomatica che possa condurre alla pace"

“Ho appena finito di leggere la surreale risoluzione approvata a larga maggioranza dal parlamento europeo, che chiede sempre più armi a Kiev e di continuare a sostenere la folle retorica della guerra che va vinta ad ogni costo da Zelensky. Il tutto con zero riferimenti ad una mediazione/trattativa diplomatica che possa condurre alla pace (unico tema che andrebbe seriamente posto). Esito: 451 i favorevoli, 46 i contrari e 49 gli astenuti".

Così il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi, che aggiunge: "Spiace constatare per l’ennesima volta di vedere tra i favorevoli ancora i nomi degli europarlamentari della Lega (oltre a quelli di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Partito Democratico, Italia Viva, Azione che non mi meravigliano). Il gruppo europeo “Identità e Democrazia”, di cui fa parte la Lega, non ha votato a favore della risoluzione. Qualcuno ha votato contro (gli austriaci dell’FPO, i cechi), mentre altri si sono astenuti (un eurodeputato Lega in difformità dal partito, i tedeschi dell’AFD, i danesi, i belgi, il partito francese RN della Le Pen). La Lega, quindi, è l’unico corposo gruppo politico di ID ad aver votato a favore di questa incondivisibile risoluzione. Inutile ripetere quanto sia deludente questo atteggiamento appiattito al potere dominante".

"Mentre il centrodestra italiano (tutto) continua a seguire una linea prona ai dettami dell’Unione Europea, tra chi ha votato contro la risoluzione, nel gruppo degli indipendenti, troviamo gli europarlamentari di Fidesz, il partito ungherese di Victor Orban, che di coraggio ne ha da vendere. (Anche i 5 Stelle hanno votato contro la risoluzione, ma il loro voto appare solo strumentale, dal momento in cui anch’essi durante il governo Draghi appoggiarono l’invio delle armi a Zelensky)".

Nello specifico, la risoluzione europea al punto 7: “sottolinea che l'obiettivo principale è che l'Ucraina vinca la guerra contro la Russia” e sempre nello stesso punto: “ritiene che tale obiettivo possa essere conseguito solo attraverso la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali all'Ucraina”. Al punto 9, invece: “ricorda l'importanza di liberare la penisola di Crimea, occupata dalla Russia da ormai un decennio” e “sostiene gli sforzi dell'Ucraina volti a reintegrare la Crimea”. Al punto 10 la risoluzione “ribadisce il proprio sostegno alla fornitura regolare di aiuti militari all’Ucraina per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria per la vittoria dell’Ucraina” e “ribadisce il suo invito agli Stati membri ad aumentare e ad accelerare in modo sostanziale il loro sostegno militare, in particolare la fornitura di armi e munizioni”. Al punto 11: “appoggia la proposta secondo la quale tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero sostenere militarmente l’Ucraina con almeno lo 0,25% del loro Pil annuo”. 

"Si tratta di una risoluzione che sintetizza perfettamente l’insulsa e pericolosa politica bellicista condotta fino ad oggi dall’Unione Europea targata Ursula Von der Leyen, che qualcuno in Italia dovrebbe smettere di glorificare per due motivi: 1) Per evitare pericolose escalation non affatto così remote. 2) Per comportarsi da stato sovrano e non da colonia. Non ci si lamenti poi se la conseguenza è quella di perdere elettori ogni giorno che passa. Un fatto che è sempre meglio ricordare a chi ha rinunciato alle proprie idee per seguire i diktat di partito”, conclude il consigliere.

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