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Domenica, 28 Aprile 2024
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Lo strappo del consigliere Montevecchi: "Deluso dalla Lega, così è un partito senza identità"

Il consigliere regionale Matteo Montevecchi e il suo partito, la Lega, sono sempre più distanti. "Da tempo sono molto critico nei confronti di determinate posizioni incondivisibili assunte dalla Lega"

Il consigliere regionale Matteo Montevecchi e il suo partito, la Lega, sono sempre più distanti. "Da tempo sono molto critico nei confronti di determinate posizioni incondivisibili assunte dalla Lega. Da ormai due anni a questa parte contesto la linea pro-armi e pro-sanzioni adottata nel conflitto russo-ucraino. Un appiattimento alle politiche targate Biden e Von der Leyen che non mi appartengono e che teoricamente non sarebbero dovute mai appartenere nemmeno alla Lega. Oggi risulta difficile esimersi dal commentare quanto accaduto in Senato. La Lega ha inizialmente presentato un ordine del giorno che, oltre a chiedere al governo di sviluppare un percorso diplomatico, tra le varie premesse riportava alcune semplici verità tra cui il fatto che "l'opinione pubblica italiana non supporta più pienamente gli aiuti militari" e altre considerazioni sul reale andamento del conflitto, diverso da come ci è stato propinato da certa propaganda mainstream".

"Si sarebbe trattato di un ordine del giorno che non avrebbe stravolto nulla, ma che almeno sarebbe servito per fare un piccolo passo in avanti. Come è andata a finire? Dopo qualche lamentela la Lega in men che non si dica, è riuscita nell'ardua impresa di dimezzare il proprio testo, cancellando di sana pianta le parti più interessanti e di rottura rispetto alla narrativa del "partito unico bellicista" presente in parlamento. Un ordine del giorno che è stato completamente svuotato, a partire dalla considerazione della contrarietà di buona parte degli italiani nei confronti dell'invio delle armi, fino al riferimento alla postura più isolazionistica che potrebbero intraprendere gli Usa con Trump. Tutto sparito dal testo. Insomma, una Caporetto".

"Ritengo in ogni caso contraddittorio l'atteggiamento della Lega che da un lato presenta un ordine del giorno per perseguire la strada della pace e allo stesso tempo vota a favore, come accaduto ieri in Senato, alla proroga dell'invio delle armi a Zelensky per tutto il 2024. Fossi stato un parlamentare avrei votato contro in difformità dal partito e dalla maggioranza di governo".

"La richiesta di intraprendere la strada della pace dovrebbe rappresentare la normalità. Grave è il fatto che il nostro Paese fino ad oggi non l'abbia mai presa veramente in seria considerazione, poiché ha preferito da Mario Draghi in poi, abbandonarsi alla retorica del tifo da stadio della "guerra che va vinta e dell'avversario che va sconfitto" o alla citazione meloniana di maggio 2023: "l'Italia scommette sulla vittoria dell'Ucraina". Non mi stancherò mai di ripetere che l'invio di materiale bellico rischia di provocare solo escalation ed esclude l'Italia dal quel ruolo di Paese mediatore che avremmo dovuto intraprendere fin da subito. Una vocazione tradita dal momento in cui si è schierata nel conflitto inviando appunto le armi e perseguendo una politica delle sanzioni nei confronti della Federazione Russa (che si sono rivelate auto-sanzioni)".

"La Lega poteva fare mea culpa, poteva smarcarsi in questa occasione. Non l'ha fatto e ha votato la proroga delle forniture militari. Per quanto mi riguarda la delusione nei confronti del partito è estrema. Sono sempre più distante dalle scelte dei vertici. Un partito che non ha più un'identità. Identità che era più chiara quando decisi di aderirvi nel 2019 e di candidarmi nel 2020" conclude il consigliere Montevecchi.

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