Il ricordo di una vacanza indimenticabile. "Un grazie speciale al Club Family da una famiglia autistica"
Riceviamo e pubblichiamo da un lettore:
"E prima o poi arriva quella domanda, anche sotto un ombrellone: “autistici? Ma cosa significa esattamente? Non vedo nulla che non vada” e la risposta è così complicata e al contempo così semplice quando l’autismo lo vivi su te stessa e tutta la tua famiglia, nei tuoi tre bambini, in modi e complessità diverse, perché la risposta sta proprio nella nostra quotidianità. Non necessariamente infatti “c’è qualcosa che non va” anzi, a volte “va troppo”, sentiamo troppo nel cuore, nella mente e nel corpo: il brusio che diventa frastuono, il tocco che diventa fastidio o dolore, gli odori che diventano soffocanti, i gusti che bruciano il palato, e poi tutto diventa come dopo aver giocato a giro giro tondo e non sai più dov’è il tuo corpo nello spazio. Oppure tutto è ovattato come ad indossare una spessa tuta di gommapiuma, tappi alle orecchie, e nulla ha odore o sapore. E poi concentrarsi superando queste alterazioni sensoriali è difficile poiché ogni parola è un immagine o un video o una mappa da ricostruire e creare ed ecco che il tempo passa e le persone aspettano una tua azione o una tua risposta e sale l’ansia e la paura di sbagliare, di deludere di non essere capiti. Ecco si, l’autismo è nascondersi sotto un tavolo per i rumori forti o correre via per la musica alta o i troppi bambini, è l’acqua che punge la pelle e la piscina dove non tocchi che ti risucchia, è sentire parole senza avere il tempo di collegarle a delle immagini".
"Ma c’è un grande ma, ed è quando impari ad ascoltare te stesso, smettendo di fingere per gli altri, ed impari a vincere la paura per trovare strategie e rimodulare le tue sensazioni, con l’unico scopo di provare a te stesso che puoi farcela! Allora li hai vinto, hai raggiunto un obiettivo, una versione migliore di te stesso dove non è il corpo a controllarti ma sei tu, dove non è la paura a frenarti ma diventa tua alleata, diventa colei che ti avverte di un pericolo o di un limite e tu calmo la studi e la superi. Ecco questo è l’autismo, è la forza che si trova nel far smettere quel girotondo, quella concentrazione che ti permette di arrivare dove arrivano gli altri , ma solo per dimostrare a te stesso che puoi farcela. Ma come possiamo superare la paura di fallire, la paura di non essere adeguati, capiti o amati per come siamo? Grazie proprio a chi ci circonda, chi intorno a noi non è colui che ci porta in braccio ma chi ci allunga la mano e ci spiega come arrivarci da soli, chi si fida delle nostre potenzialità e ci sprona e ci insegna come trovare strategie in ogni nostro step, sfida ed obiettivo. E grazie al bagnino Andrea che osserva e non dice niente ma sorride e ci consola se piangiamo perché abbiamo avuto paura, o a Gina che si allontana dal bancone del bar perché commossa ci vede ballare e cantare ci abbraccia per le nostre parole, è Aurora che viene a mangiare con noi e ci confida i suoi sogni per il futuro, o Asia che ci accoglie con un abbraccio al cancello correndoci in contro, sono Ilaria e Camilla che commosse ci accolgono e ci salutano rivelando la loro sorpresa nel vedere tre bambini in tre anni cambiare, superando i loro silenzi con parole di gioia, i loro sguardi amimici con sorrisi spontanei, i loro corpi rigidi ammorbidirsi tra le loro braccia. E Mirko che risponde alle domande pazientemente mentre aggiusta la porta di una stanza, o Vito che gli mostra come fare la focaccia o mettere il pomodoro sulla pizza, è Vittoria che si allontana dal gruppo con sguardo sorpreso chiedendo “ come avete fatto” o Elia che ci da il suo numero per potergli mandare il file di musica per lo spettacolo che i bambini vogliono fare così tanto. Sono Francesco a Dario che ci chiedono cosa possono fare per noi e che insieme ai loro giovani allievi pazientemente accompagnano i bambini al tavolo o rispondono ad ogni loro richiesta o commento. Sono Noemi e Fabio che sorpresi guardano sorridenti questi bambini così felici e disinvolti girare per l’hotel senza paura. Sono i ragazzi del noleggio bici e Risciò che pazientemente fanno provare le biciclette ai bambini prestandosi a fare delle foto ricordo con loro. Sono Sara e Rebecca insieme ad Aurora che pazientemente coinvolgono tutti i bambini in egual misura nei giochi rispettando i “non voglio” e proponendo alternative e mai sminuendo le paure dei piccoli ospiti. Autistici si, combattenti che ogni singolo istante rielaborano informazioni e stimoli sensoriali e fisici per poter raggiungere obiettivi alla pari dei coetanei che faticano e che hanno paura di non essere accettati per chi sono… eccetto qui all’Hotel Cuoricini come lo chiamano Derek, Colin e Liam, qui dove personale e ospiti sanno spronarti verso nuove conquiste, e ti permettono, come dice Derek “ Vincere la Paura, non piangere più, combattere sempre e arrendersi mai”! Grazie Club Family Hotel Riccione, grazie da una famiglia Autistica!"