Lettera a RiminiToday: "Non basta il lungomare per parlare di miracolo. Bisogna avere la forza di cambiare"
Riceviamo in redazione la seguente segnalazione e pubblichiamo:
"Con questo inneggiare alla...Vittoria, per così dire, vorrei utilizzare questo spazio per smorzare un po' i toni riguardo il "nostro" traghetto e tutto ciò che ne è scaturito. Premessa: io adoro Rimini, da sempre. Sin da ragazzino desideravo andarci in vacanza e, alla fine, ci sono addirittura venuto ad abitare. Ormai da circa vent'anni. Sono fortunato, in quanto sto vivendo l'epoca del suo cambiamento. Ma, come qualcuno dei lettori fa notare, riguarda esclusivamente la città e il suo tratto di mare cittadino (Marina Centro). E, a proposito delle polemiche riguardo le cosiddette "periferie" (Marebello, Miramare, ecc..) che, a tutti gli effetti, quando le attraverso, sia di giorno che di notte, sembrano davvero "terra di nessuno"; scenari che ero abituato a vedere nelle zone da cui provengo e che speravo di essermi lasciato ormai alle spalle. Prostituzione, scheletri di edifici, e conseguenti terreni annessi incolti. Ogni volta che guardo le colonie svuotate immagino, da lettore di storia locale, il loro glorioso passato e anche un futuro fatto di vociare di bambini, luci, passeggio a tutte le ore, negozi, strutture ricettive di qualunque genere (per studenti?), eventi tutto l'anno. Tutto, ma non abbandono e senso di solitudine e ghettizzazione per i residenti".
"Ho sempre immaginato di arrivare a piedi a Riccione in un'atmosfera tranquilla e festosa (per forza di cose perlopiù d'estate). E non con batticuore e orecchie tese sperando che non mi accadesse nulla. Tutti incentivi, tra l'altro, a utilizzare la propria auto e che invece vorrei tanto abbandonare a casa (oops!, dimenticavo: abbiamo il Metromare! Ma "Viva" il Metromare", sia chiaro). A proposito di auto, pensavo di essere a Rimini e poter scegliere. E per chi abita in città è così. Noi, perifeiani, non possiamo: l'auto o lo scooter (o la bici elettrica, ultimamente). Perché? Semplice. L'ultimo autobus che parte dal centro città - dallo splendido Arco d'Augusto- in direzione Gaiofana-Ospedaletto-Trarivi è alle ore 20.19, nei feriali; nei festivi alle ore 19.14, e solo fino a Gaiofana-San Lorenzo in Correggiano (non vorrei essere, in questo senso, un abitante di Trarivi). Serve aggiungere altro? Si, serve. La gioventù del paese dove sono cresciuto, in meridione, non aveva questi problemi. Abitavo a 10-12 km dal centro città e l'ultimo autobus partiva alle 23.30. E vi posso garantire che la mia città di origine, Taranto, negli anni '80-'90 non poteva essere neanche lontanamente paragonata a Rimini. Eppure... Non chiediamo la luna".
"Basterebbe una sola corsa in più che parta alle 22.30-23.00 per farci sentire più... uniti alla nostra splendida Rimini. I giovani si sentirebbero più indipendenti dai genitori, così come i genitori a loro volta nei confronti dei figli (del tipo: mamma/papà mi vieni a prendere a tal ora? etc...). E gli anziani? Altrettanto, non credete? Potremmo sperare di cenare in qualsiasi posto. Potremmo incentivare gli abbonamenti-famiglia. Riuscire a bere un bicchiere di Sangiovese o una birra in più senza temere di far male a cose o persone o non essere multati per il tasso alcolico leggermente al dì sopra dei limiti di legge. Potremmo andare alle sagre o a qualunque evento senza intasare il centro di auto, e quindi meno smog-CO2., liberi di poter scegliere di aver voglia o meno di guidare qualunque cosa. Incentivando, indirettamente, l'amicizia tra famiglie che si ritroverebbero a condividere lo stesso tratto. Che dite, basta? Lo spero".
"Da troppo tempo. Riminesi rinnoviamo-ci. Davvero basta un lungomare nuovo e qualche semaforo in meno a farci gridare al "miracolo riminese"? No, vi prego. Ho letto, qualche giorno fa, il commento di un politico locale nei riguardi della proposta di candidare Rimini a Capitale della Cultura. Ebbene, concordo appieno nel valorizzare in misura maggiore quello che questa città ha da offrire in quei termini (e ne ha!), anche tenendo conto di essere stati per anni capitale mondiale del turismo del divertimento (non demonizziamo le discoteche, anch'esse patrimonio storico da valorizzare, perché più di qualcuno ha pianto, come me, nel sapere della chiusura di molte, famose anche a livello internazionale)! I Riminesi, e la Romagna, devono dare il buon esempio: continuate a pensare al turismo ma, non trascurate i cittadini e le loro lamentele. Questo territorio l'ho sempre immaginato capace di stupirmi, e molte volte lo è stato. Possiamo essere una città esemplare, magari la capitale del... cambiamento! Perché no? Servono soldi, si sa, per i cambiamenti. Ma è dalle idee che si comincia. E paghiamo e votiamo persone affinché pensino. W Ariminum (e Tarentum)! W la Romània, tutta ( e la Apulia, pure)!"
Lettera firmata