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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Accusato di spacciare ai minorenni, tutte le accuse crollano in aula

Si è concluso nel migliore dei modi il calvario giudiziario di un 55enne arrestato dalla polizia Municipale, l'uomo era finito in carcere e poi agli arresti domiciliari

Si è concluso nel migliore dei modi il calvario giudiziario di un riminese 55enne che, alla vigilia dello scorso Natale, era stato arrestato dalla polizia Municipale di Rimini con l'accusa di spacciare ai minorenni. L'uomo, che era anche finito in carcere, è stato assolto dal giudice monocratico perchè il fatto non sussiste. I suoi legali, gli avvocati Alessandro Petrillo e Monica Rossi, hanno infatti dimostrato l'assoluta estraneità del loro assistito alle accuse che gli venivano mosse. La vicenda ha avuto il suo inizio lo scorso 23 dicembre quando il 55enne era finito in manette. Secondo quanto comunicato dalla Municipale all'epoca, gli investigatori erano arrivati al presunto pusher in seguito alla telefonata di un padre che aveva messo le divise sulle tracce dello spacciatore che "vendeva la droga al figlio minorenne".

In seguito a quella soffiata, che parlava di uno spacciatore che operava nella zona di viale Rimembranze e che utilizzava una vettura parcheggiata lungo la strada per ricevere gli acquirenti ed effettuare lo scambio di droga, il personale della Locale aveva rintracciato il veicolo all'interno di un cortile condominiale. Era scattato così il blitz che, col supporto del cane antidroga Jago, aveva permesso di ritrovare nell'abitacolo dell'auto quella che era stata descritta come "una busta di plastica con 129 grammi di eroina" e che aveva fruttato le manette al 55enne. L'uomo, oltre al carcere, era anche stato poi sottoposto agli arresti domiciliari per 3 mesi.

Il processo, tuttavia, ha fatto emergere particolari completamente diversi. La telefonata che metteva gli inquirenti sulle tracce del presunto spacciatore, infatti, era risultata essere anonima e non era stata fatta nessuna indagine per risalire chi c'era dall'altra parte della cornette. Le analisi sullo stupefacente, inoltre, hanno dimostrato che si trattava di un sottoprodotto dell'eroina degradata in quanto lo stupefacente era particolarmente "vecchio" e impossibile da spacciare al minuto. Oltre a questo, sulla busta di plastica che conteneva la polvere sono stati fatti ulteriori accertamenti che non hanno permesso di rinvenire impronte digitali o tracce di Dna riconducibili al 55enne. Alla luce di quanto emerso, quindi, il giudice ha deciso per l'assoluzione dell'uomo.

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