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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il decreto milleproroghe salva le darsene dall'aumento dei canoni

Il sindaco Gnassi: "Una sfida lanciata e partita da Rimini e da Anci e che rappresenta una presa d’atto da parte del Governo rispetto ad una situazione di palese ingiustizia che si protrae dal 2007"

Arriva col decreto milleproroghe l'ancora di salvezza per le darsene italiane e, in particolare, per quella di Rimini che non si vedranno aumentare i canoni per le concessioni. Secondo quanto previsto, infatti, fino alla fine di giungo 2020 saranno sospese tettue le procedure amministrative concernenti il rilascio, la sospensione, la revoca o la decadenza della concessione derivanti dal mancato versamento dell’adeguamento del canone. Una moratoria, quindi, in attesa di un riordino complessivo della materia che riguardi anche i pertinenziali rimodulando i canoni in modo equo e rispettoso dei precedenti contratti tra Stato Italiano e concessionari.

"Una vittoria, per Rimini, per la nautica, per le marine e le darsene d’Italia, per un settore strategico dell’economia del nostro Paese - ha commentato il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. - Come Anci e in primis come Comune di Rimini avevano chiesto di risolvere il decennale problema degli ingiusti canoni che avrebbero di fatto determinato il fallimento e la chiusura di decine di darsene e marine, almeno 25 fin da subito. Con la conseguenza che i Comuni si sarebbero trovati porzioni di territorio e mare abbandonati e una filiera di migliaia di lavoratori senza occupazione. E’ però di ieri la notizia che il governo ha raccolto le nostre proposte inserendo nel decreto Milleproroghe una misura che sospende fino al 30 giugno 2020 il pagamento dei canoni riferiti alle concessioni demaniali marittime, per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto".

"Un provvedimento - prosegue Gnassi - che, come detto, è il frutto di una sfida lanciata e partita da Rimini e da Anci e che rappresenta una presa d’atto da parte del Governo rispetto ad una situazione di palese ingiustizia che si protrae dal 2007, con l’inserimento allora in Finanziaria di una norma che quadruplicava i canoni dei concessionari delle darsene e delle marine. Dal 2007 Governi di ogni colore succedutisi fino a oggi, al di là delle chiacchiere, non avevano mai fatto nulla, nonostante le sentenze consolidatosi negli anni dessero ragione ai concessionari delle marine. Al contrario, l’agenzia delle entrate ha continuato a mandare cartelle esattoriali, determinando ormai le condizioni per il fallimento e l’abbandono a se stesse delle darsene. Con la misura introdotta da questo governo si consente agli operatori di tirare il fiato, mettendo fine ad un accanimento su un settore strategico per l’economia di un Paese, per altro a mollo nel Mediterraneo, che rischiava di essere irrimediabilmente compromesso, con conseguenze drammatiche e facilmente prevedibili sotto il profilo dell’indotto economico e per i lavoratori".

"Il Comune di Rimini - conclude il sindaco - anche grazie all'impegno dell'assessore Roberta Frisoni, si è da subito schierato insieme ad Anci al fianco della darsena di Rimini, delle Marine italiane e della loro associazione Ucina per trovare una via di uscita ad una situazione che i vari governi negli anni si sono costantemente rimpallati. In qualità di sindaco e di responsabile turismo di Anci, insieme ai vertici dell’associazione e al presidente della Regione Stefano Bonaccini abbiamo proposto: un emendamento alla finanziaria che risolvesse la questione del pagamento da parte delle marine e darsene di ingiusti e non dovuti canoni di concessione, per riportare questi a quanto stabilito dalla legge e dai contratti tra stato e darsene; una sospensiva degli ingiusti pagamenti per poi introdurre, in sede di conversione del Milleproroghe tra qualche settimana, la misura normativa che chiuda la decennale storia dei canoni riportandoli agli importi pattuiti e previsti per legge. Va dato atto che senza un lavoro congiunto tra Anci, Regione e i ministri De Micheli, Franceschini e Gualtieri oggi non potremmo dire di essere arrivati ad un momento di svolta. Ora siamo attesi dalla fase b, la conversione nel milleproroghe della norma definitiva alla quale chiediamo si arrivi attraverso l’apertura di tavolo tecnico che porti ad un riordino complessivo della materia, ad un’equa applicazione dei canoni e che metta in condizione le marine italiane di consolidarsi, consentendo al settore della nautica e della vela di affermare il ruolo di volano per l’economia del Paese".

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