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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Il presunto stupratore si difende: "Era consenziente". Il pubblico ministero chiede condanna a 7 anni

All'epoca nel locale si era scatenata una rissa tra gli amici della ragazza che aveva denunciato la violenza sessuale e quelli dell'imputato

Si è difeso sostenendo che la ragazza era consenziente al rapporto sessuale il presunto violentatore, un albanese 23enne residente nel pesarese, che nella notte tra il 12 e il 13 giugno del 2022 avrebbe stuprato una 20enne nel parcheggio di una discoteca di Cattolica. Nel corso del dibattimento, tuttavia, sono emerse diverse discrepanze tra il racconto dell'imputato che in aula si è avvalso della facoltà di non rispondere e quello della ragazza e degli amici di lei che quella sera si trovavano nel locale. L'avvocato dell'albanese, Marco Defendini, ha prodotto l'interrogatorio reso dal giovane all'indomani dell'arresto nel quale si è sempre dichiarato innocente parlando di un rapporto consensuale. Al termine del dibattimento il pubblico ministero, Annadomenica Gallucci, ha chiesto una condanna a 7 anni e la corte ha aggiornato il processo al prossimo 8 giugno per la sentenza.

Secondo quanto ricostruito all'epoca, la 20enne, insieme a un gruppo di amiche, aveva deciso di trascorrere il sabato nei locali cattolichini e si erano così fermate al Malindi. Nel locale sulla spiaggia di Cattolica le ragazze erano state raggiunte da un gruppo di coetanei albanesi, anche loro residenti nel pesarese, conoscenti di una delle giovani. Musica e divertimento fino a quando la vittima è stata avvicinata da un 23enne del gruppo che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le avrebbe proposto di lasciare la pista per parlare nel parcheggio del locale a ridosso della foce del Conca. Appena giunti nelle stradine, tra la vegetazione, il presunto stupratore avrebbe gettato la maschera aggredendo la vittima e pretendendo un rapporto sessuale. La ventenne, in preda al terrore, avrebbe avuto solo il tempo di chiedere aiuto con un messaggio sul cellulare prima di essere abusata dal 23enne che dopo averla trascinata tra la vegetazione le avrebbe strappato i vestiti per poi violentarla nonostante le suppliche di lei a lasciarla andare.

Dopo mezz'ora di incubo, la ragazza si era ricomposta per correre a cercare le amiche e chiedere aiuto. Quando le ragazze vennero a sapere della violenza nel locale era scoppiato il caos: prima inveiscono contro il gruppo di albanesi, ancora sul posto, e nel frattempo arrivarono degli amici delle giovani che informati di quanto accaduto avevano dato fuoco alle polveri. Si era così scatenata una rissa con calci e pugni e lo stesso presunto violentatore venne aggredito da un amico della vittima. Sul posto intervenirono i carabinieri, allertati dalle ragazze, e le ambulanza del 118 per medicare i feriti e occuparsi della vittima dello stupro. A rimanere a terra, dopo la rissa, era stato l'amico della ventenne mentre l'aggressore era riuscito a fuggire. Sia l'amico che la vittima erano stati trasportati al pronto soccorso, per il giovane una prognosi di alcuni giorni mentre, per la ragazza, era scattato il protocollo di questi casi. I sanitari indicarono lesioni compatibili con la violenza per poi dimetterla con una prognosi di 15 giorni. Nel frattempo i carabinieri, che avevano raccolto le testimonianze dei presenti, si erano messi sulle tracce del 22enne, residente nell'entroterra pesarese, arrestandolo nell'abitazione dello zio presso cui viveva. 

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