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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Banca Carim, Vitali e Gnassi: "Ci vuole grande attenzione"

Il presidente della Provincia e il sindaco di Rimini sono intervenuti in merito alla situazione economica e di alcuni istituti bancari italiani, soffermandosi in particolar modo sulla questione Carim

“Per il secondo giorno di seguito Standard & Po or’s si occupa del nostro Paese. L’altro ieri ha declassato l’affidabilità dell’Italia in merito all’emissione del debito ieri ha declassato sette istituti bancari nazionali e previsto un giudizio negativo per complessivi 15 istituti. In un Paese dove la politica è allo sbando, si è aggiunta l’immagine di un mondo del credito e della finanza, fulcro di qualsiasi attività di investimento e imprenditoriale, minato nella sua affidabilità”. Lo hanno detto Stefano Vitali e Andrea Gnassi

Il presidente della Provincia di Rimini e il sindaco della città rivierasca sono intervenuti in merito alla situazione economica e di alcuni istituti bancari italiani, soffermandosi in particolar modo sul piano di recupero della Carim.
 
“Un fatto grave – dicono i due rappresentanti delle istituzioni riminesi - che rende ancora più difficile, al limite dell’impossibile, che l’Italia possa essere nelle attenzioni degli investitori internazionali. Perché questo è il danno collaterale delle difficoltà del sistema creditizio: la diffidenza, se non addirittura l’ostilità, provocata nei ‘portatori di interesse’ potenzialmente interessati a investire su questo o quel territorio. Analogamente sul nostro territorio l’istituto di credito più rappresentativo è attraversato da una fase di crisi i cui contorni sono noti e purtroppo non legati esclusivamente a questioni relative alla congiuntura economica. Questo per il nostro territorio, che pur nella crisi continua a registrare segnali di tenuta, rappresenta un problema significativo. Sì, perché proprio grazie alla sua tenuta e al maturarsi di alcuni interventi strutturali strategici (palas, aeroporto, fiera, ecc.) è un territorio che può fare innovazione e attrarre investimenti. Per questo abbiamo bisogno di un outlook del sistema del credito anche locale all’altezza di quello che richiede la fase in cui siamo, ovvero quella di predisposizione alla competitività internazionale”.

“E’ fondamentale – hanno detto Vitali e Gnassi - che il sistema Rimini mantenga la sua capacità d’attrazione verso l’esterno, tanto più oggi che le Amministrazioni, stante la fase economica, non hanno la possibilità di essere ‘carburante’. Ecco allora che assume particolare rilevanza come si chiuderà la partita della banca. Siamo con il Presidente Pasquinelli quando afferma che il piano di recupero della Carim attraverso l’investimento del tessuto industriale e della piccola e media impresa locale è possibile, necessario e obbligato. Non è semplice questione di campanile o orgoglio, ma la consapevolezza che per il sistema Rimini le banche riminesi, la loro salute, devono continuare a essere elemento indispensabile per garantire quei progetti di sviluppo che, altrimenti, un territorio depresso o colonizzato non potrebbe mai ottenere”.
 
“Da parte delle Istituzioni c’è la ferma convinzione che si debba esplorare completamente e compiutamente la strada intrapresa, mai dimenticando che più di un’operazione d’ingegneria finanziaria qui sono riposte speranze e ansie di centinaia di dipendenti, migliaia di correntisti, decine di migliaia di piccole e medie imprese.  Per questo occorre grande attenzione, grande precisione nei passaggi, nelle relazioni, nella trasparenza, nella comunicazione del cammino che si intende intraprendere, in modo che esso - così come si configura, vale a dire ‘possibile e necessario’ - non debba soffrire di quegli inciampi ed equivoci (più o meno cercati e/o strumentali ad altrui interessi) che più di una volta hanno impedito a Rimini di afferrare qualche prezioso treno. L’auspicio di Comune e Provincia di Rimini è che l’intera comunità locale - dalle forze sociali, economiche, politiche - faccia sentire pubblicamente in questa fase il suo supporto, evitando il rinchiudersi in una afonia che sarebbe solo anticamera di un disinteresse micidiale per la collettività”.

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