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Economia

Banca Popolare Valconca, è l'ora della svolta. L'assemblea chiamata a decidere sulla fusione

L’appello del presidente Ronci e del direttore generale Mancini: “Aggregazione con un soggetto ad elevato standing unica via per garantire un futuro”

“Banca Valconca ha intrapreso un percorso di risanamento che ha consentito, a differenza del passato, di poter scegliere il suo futuro, un futuro che già da tempo prevedeva una aggregazione con un soggetto di elevato standing, ossia un soggetto che garantisse adesso e nel futuro, una stabilità patrimoniale idonea a consentirle non solo di resistere agli scenari più avversi, ma anche di mantenere un profilo di redditività da ridistribuire ai soci rafforzando nel contempo anche il proprio patrimonio, nel rispetto dei dati tecnici di vigilanza", così l'istituto bancario in una nota. La fusione ad oggi resterebbe l’unica via percorribile al fine di accrescere e consolidare il ruolo della Banca nel suo bacino di riferimento, anche in un’ottica di rilancio futuro e in un contesto internazionale di forte criticità economica e finanziaria che spinge ad agire con lungimiranza e incisività.

In vista dell’assemblea straordinaria di Banca Popolare Valconca, in programma nella giornata di domenica (20 novembre), il presidente del Cda Fabio Ronci e il direttore generale dell’istituto di credito Dario Mancini rivolgono un appello a tutti i soci che saranno chiamati a compiere una scelta strategica per il futuro del territorio e del suo tessuto economico e finanziario, votando la prospettata fusione con Blu Banca (Gruppo Banca Popolare del Lazio), deliberata dal Consiglio di amministrazione alla fine dello scorso mese di giugno.

“Nell’attuale fase di grande difficoltà economica, con una ripresa post-Covid rallentata dalla grave crisi energetica, dalla guerra e dall’inflazione gli istituti di credito dotati di una forte solidità patrimoniale rappresentano un asset fondamentale per il sistema economico territoriale e nazionale - afferma il presidente Fabio Ronci -. Questo deve fare una banca se vuole avere un futuro non incerto e inadeguato (proprio per rispondere alle esigenze del territorio) nelle proprie prerogative. La sostenibilità dell’attività bancaria, e non solo in fasi di congiuntura negativa, passa dalla capacità e propensione all’introduzione di nuove tecnologie, che consentano di offrire prodotti e servizi più adeguati alle necessità della clientela e di fornire soluzioni alle diverse esigenze di famiglie e imprese, il tutto attraverso una dotazione più che adeguata di patrimonio”.

“La fusione – prosegue Ronci - è finalizzata all’obiettivo concreto di portare valore a clienti, dipendenti e azionisti, al momento non prefigurabili in una situazione nella quale la carenza di patrimonio non potrebbe e non potrà creare tali presupposti e, quindi, consentirle di operare nel mercato con competitori sempre più aggressivi in una economia fragile, ma anche e soprattutto, al fine di cogliere il potenziale che attualmente la Banca non riesce a esprimere. Il marchio storico sarà mantenuto e addirittura le filiali in Emilia Romagna che verranno aperte porteranno il marchio Banca Valconca; un rappresentante del territorio storico di Banca Valconca, siederà nel CdA di Blu Banca, aprendo così la dimensione locale della Romagna; ci sarà la distribuzione di dividendi, che da anni Banca Valconca non ha potuto erogare per la ormai decennale fragilità in cui si è venuta a trovare; tutti saranno beneficiari di una istituzione bancaria più sana e stabile”.

“Il percorso intrapreso nel tempo da Banca Valconca, pur avendo consententito di migliorare taluni profili tecnici e indicatori di qualità dell’attivo, non è comunque sufficiente per mantenere la banca Standalone o come si dice in gergo ‘autonoma’, come rilevato anche dall’Organo di Vigilanza e come già scritto in tutte le relazioni per l’approvazione dei Bilanci di Bpv (dal 2018 in poi, anche se la tematica era già presente dal 2013) – osserva il direttore generale Mancini -. I risultati negativi conseguiti in passato non danno sufficiente certezza in ordine alla capacità della Banca di rispettare nel futuro prossimo i limiti patrimoniali imposti dall’Autorità di Vigilanza, pur tenendo conto dell’attività di questi ultimi anni. A differenza di quanto emerso nelle ricerche di partners negli anni 2017/2018, che non hanno portato ad alcuna manifestazione di interesse, il confronto con Banca Popolare del Lazio Soc. Coop. per Azioni ha consentito di pervenire a una soluzione definitiva tramite l’aggregazione con un partner di Elevato Standing, che assicurerà da subito e nel futuro quella adeguatezza patrimoniale indispensabile per ottenere benefici e redditività ricorrente che consenta di rafforzare il patrimonio, remunerare gli azionisti e disporre di una importante capacità di meglio operare per la soddisfazione dei bisogni delle Famiglie ed Imprese del Territorio”.

“Si è parlato e scritto – prosegue il Direttore Mancini - di rapporto di cambio non adeguato prendendo a riferimento aggregati di Bilancio quali Capitale Sociale e Patrimonio Netto. Considerare esclusivamente il raffronto di queste grandezze è impreciso e fuorviante. Il rapporto di cambio non può essere determinato in questo modo assolutamente approssimativo. Le metodologie di valutazione adottate nella determinazione del rapporto di cambio sono quelle applicabili ed invalse dalla migliore dottrina e prassi professionale nazionale ed internazionale. L’esperto Indipendente nominato dal Tribunale ha confermato la correttezza dei valori determinati applicando le medesime metodologie per entrambe le banche”.

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