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Fare la spesa è un salasso, continui aumenti di tutti i prodotti. "Incrementare il potere di acquisto"

Se da un lato a luglio rallenta l’inflazione generale, dall’altro rimangono alti molti prodotti alimentari: pane e cereali +9.8%, latte formaggi e uova +13,3%, oli e grassi +20,4%, vegetali +12,3%, frutta +7.8%

L’inflazione a luglio 2023 registra una variazione del +6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre il carrello della spesa, si attesta al 9.9%. Se da un lato a luglio rallenta l’inflazione generale, dall’altro rimangono alti molti prodotti alimentari pane e cereali +9.8%, latte formaggi e uova + 13,3%, oli e grassi +20,4%, vegetali +12,3%, frutta +7.8%, zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi +12,8%, acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura +14.8%, carni +5.8%, pesci e prodotti ittici +4.9%.

"Come da tempo Federconsumatori Rimini segnala, si tratta di dinamiche contrastanti, dietro alle quali a nostro avviso si nascondono ancora improprie speculazioni. I prezzi, infatti, dovrebbero in molti casi scendere rispetto ai livelli elevatissimi a cui si erano attestati nei momenti di maggiore crisi, mentre nella migliore delle ipotesi rimangono stabili, anzi continuano ad aumentare".

Secondo l’Osservatorio Federconsumatori sui prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali è emerso che, a fronte di un tasso di inflazione, oggi, del 6,0%, i prezzi dei prodotti essenziali sono aumentati mediamente di oltre il doppio, infatti l’inflazione quotidiana percepita dalle famiglie è molto più alta.

"Una dinamica allarmante e pericolosa, su cui si allunga il mancato accordo sui cereali ucraini, dinamica allarmante soprattutto perché incide ed erode il potere di acquisto delle famiglie: con l’inflazione a questi livelli, le ricadute, secondo le stime dell’Osservatorio sono pari a 1.900 euro annui a famiglia a cui va aggiunto proprio al rientro dalle vacanze il caro carburante, che anche in ragione della non proroga di sterilizzazione della accise da parte del Governo ha fatto schizzare la benzina oltre i due euro al litro e a nulla è valsa l’esposizione dei prezzi da parte dei distributori".

L’impatto è più pesante per le famiglie con bassi redditi, il caro prezzi non è uguale per tutti: sono le famiglie meno abbienti a subire in maniera più forte e in molti casi insostenibile le conseguenze degli aumenti.

"È necessario, pertanto, che il Governo rivolga lo sguardo e l’attenzione a queste famiglie, operando un incremento del potere di acquisto specialmente delle famiglie a reddito fisso, una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale. Inoltre, è indispensabile il monitoraggio capillare dei prezzi da parte del Garante, a partire dal livello locale come da tempo Federconsumatori Rimini sta chiedendo, con l’aiuto delle Associazioni dei Consumatori, per rilevare e contrastare in maniera tempestiva i fenomeni speculativi".

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