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Economia

Fusione fiere, Italian Exhibition Group sotto la lente degli analisti di Borsa

Per gli esperti l'operazione è molto valida dal punto di vista industriale perchè permetterebbe di ottimizzare il portafoglio manifestazioni

Italian Exhibition Group (Fiera di Rimini) finisce sotto la lente degli analisti dopo che l'azienda ha annunciato di aver sottoscritto con BolognaFiere un term-sheet non vincolante per l'integrazione delle due società. L'accordo, ricordano da Equita Sim, fissa il rapporto di concambio pari ad 1:1, ma non sono stati forniti addizionali dettagli sull'operazione. La realizzazione della fusione è soggetta all'esito della due diligence e delle eventuali operazioni societarie che si dovessero rendere necessarie ai fini del raggiungimento del rapporto di concambio. L'avvio dei dialoghi tra le due società era stato annunciato lo scorso 16 giugno e, secondo Equita, l'accordo sottoscritto insieme al supporto del management delle due società rappresenta un passo avanti importante nella trattativa. Sempre a detta degli esperti l'operazione è molto valida dal punto di vista industriale perchè permetterebbe di ottimizzare il portafoglio manifestazioni; efficientare la struttura dei costi; ottimizzare gli investimenti infrastrutturali; aumentare la dimensioni delle società per facilitare la penetrazione nei mercati internazionali. In aggiunta, nel contesto fieristico italiano in Equita ritengono BolognaFiere particolarmente interessante alla luce di: un portafoglio di eventi di proprietà di primario stand, di una forte conoscenza dei mercati esteri e della proprietà del secondo quartiere fieristico italiano per dimensione. Sui numeri 2019 le due società hanno dimensioni comparabili e quindi il concambio di 1:1 appare di prima battuta ragionevole. Ipotizzando conservativamente sinergie di costo al pari al 2/3% della base costi combined normalizzata, gli esperti arrivano ad un valore attuale netto pro-quota di oltre 25 mln di euro (oltre il 35% della market cap attuale di Ieg). Alle sinergie di costo potrebbero aggiungersi sinergie di ricavo e i benefici legati all'eventuale ottimizzazione dei piani capex. "L'operazione ci sembra potenzialmente positiva. Oggi la principale incertezza sui titoli del settore fieristico rimane l'evoluzione della pandemia e i suoi potenziali impatti sul business", conclude Equita. 

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