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Sadegholvaad: "La provincia di Rimini è tra quelle più esposte per export verso la Russia"

Il sindaco interviene sull’analisi del quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’ circa i primi effetti della guerra russo/ucraina sui distretti industriali italiani.

 La guerra in Ucraina, il peso delle sanzioni imposte alla Russia e la conseguente corsa dei prezzi delle materie prime, con il gas in rally e il petrolio che mette nel mirino i massimi storici del 2008, continuano a pesare sulle Borse europee. A questo si aggiunge l'esposizione dei distretti industriali che esportano verso Mosca mettendo a rischio le commesse e, di conseguenza, gli incassi. Una situazione non facile per la provincia di Rimini che, secondo l’analisi del quotidiano economico ‘Il Sole 24 Ore’ circa i primi effetti della guerra russo/ucraina sui distretti industriali italiani, è tra quelle più esposte per export verso la Russia, al terzo posto in Italia (dopo Milano e Vicenza) con 214 imprese che fanno oltre il 50 per cento del loro fatturato in Russia, dando queste lavoro a 455 persone. A commentare la situazione è il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che in una nota spiega come le realtà del territorio riminese interessate "Sono per lo più aziende che producono abbigliamento e calzature. La notizia è contestuale all’annunciato sciopero della Marineria italiana che in queste ore non metterà barche e pescherecci in mare a causa del caro gasolio che rende pressoché insostenibile e antieconomica l’attività della pesca. Ricordiamo che lungo la costa riminese operano, secondo i rapporti sulla Blue Economy o economia del mare, quasi 5mila imprese per 20mila occupati, tra diretti e indotto".   

"Questo per dire della fase delicatissima in cui l’Europa, l’Italia, l’Emilia Romagna, la provincia di Rimini stanno organizzando un già complesso rilancio dopo i due pesantissimi anni della pandemia - conclude il sindaco. - Il Governo è chiamato ad assumere provvedimenti e decisioni per fare in modo che la macchina della ripresa non si inceppi dopo solo poche centinaia di metri. Ma come territorio regionale e romagnolo dobbiamo anche noi fare la nostra parte. E la nostra parte, ad esempio, la si fa dando sostanza a progetti e programma di area vasta, dove i territori si alleino per resistere meglio agli urti dei tempi. Romagna Next è una delle chiavi per affrontare assieme forse la fase più complessa della storia nazionale degli ultimi 50 anni. L’unione dei servizi primari può rappresentare l’ancora da utilizzare come solida base d’appoggio per riemergere. È vero, stiamo programmando il futuro non potendo dire che ci siamo allontanati troppo da un difficile presente. Ma l’atteggiamento deve essere pro attivo. Possiamo farcela ma a una condizione: farcela insieme”.  

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