Quali sono le sfide del 21esimo secolo? Se ne parla in diretta streaming con 5 filosofi
La Biblioteca di Misano, tra gennaio e marzo, propone 4 incontri con 5 pensatori in diretta streaming, ore 21.00, sul canale youtube del comune di Misano Adriatico per rispondere ad alcuni interrogativi del 21esimo secolo: quali sono le sfide per l’umanità del ventunesimo secolo? Qual è la lezione che ci lascia questa terribile pandemia? Dall’11 settembre ad oggi la storia dei primi vent’anni del 21esimo secolo sembra essere caratterizzata da una progressiva scomparsa dei meccanismi di protezione delle certezze, lasciandoci soli in mezzo ad una serie di tempeste che si abbattono come ondate successive sul nostro mondo. E ora un nuovo virus ci ha reso più fragili e insicuri, spazzando via tutte le nostre presunte sicurezze. Sconfitti e impauriti ci dobbiamo arrendere all’incertezza? Spesso sentiamo dire “nulla sarà come prima”, ma allora su quali basi fondare una nuova visione del mondo? Sotto la “sapiente” regia di Gustavo Cecchini, la Biblioteca propone di ascoltare la voce di 5 autorevoli pensatori che cercheranno di orientarci in un tempo di grandi trasformazioni che si prefigurano come vere e proprie svolte antropologiche.
Il primo appuntamento è venerdì 15 gennaio, con il filosofo Salvatore Natoli che terrà una lectio dal titolo significativo: Antropocene. È un’era alla fine?
La progressiva espansione dell’uomo sulla terra, il suo crescente dominio - fino ad una sorta di ominizzazzione della natura – viene definito antropocene. Se si considera questo processo in relazione alla storia evolutiva della terra di recente avvio tanto che non si sa neppure se ritenerlo una vera e propria era. Tuttavia, in forza delle mutazioni profonde - e per molti versi irreversibili - che ha immesso nella natura può ben ritenersi tale. Infatti, quel che quest’era ha di singolare è che sembra cominci a finire appena iniziata. A partire dalla rivoluzione industriale, la faccia della terra è mutata con una rapidità mai conosciuta: dall’occupazione degli spazi, all’investigazione della struttura della materia e ad un impiego mai così sperimentato della sua energia. La natura è stata manipolata nel suo dentro, la vita nel suo stesso inizio. Nel contempo un incontrollato sfruttamento energetico ha prodotto CO2, ha aumentato il calore della terra, ha innalzato la superficie dei mari, ha disciolto i ghiacciai apportando disastri ricorrenti e ormai fin troppo noti. Di questo, il Covid2 è, a suo modo, un allarme.
Tanti e indiscutibili i guadagni dell’antropocene; altrettanto forti, però, le contro finalità. E allora? È inevitabile un movimento verso il collasso, o si possono intraprendere nuove vie senza con ciò rinunciare al meglio che l’antropocene ha prodotto? Le questioni che l’epoca pone sono queste, e la nostra riflessione intende, proprio, confrontarsi con esse. Il secondo appuntamento, venerdi 12 febbraio, sarà con una voce fuori dal coro, il filosofo e poeta Marco Guzzi che ha scelto, per la sua lectio, un titolo molto forte : creare un popolo, per la rivoluzione.
La pandemia entro la quale ci troviamo sta mostrando in modo ancora più evidente le crisi profonde in cui agonizza la nostra civiltà. È un grave errore dimenticare che la nostra società planetaria si trovava già prima del Covid in una fase che tante volte abbiamo definito terminale. La sfida odierna perciò credo che consista nel contribuire alla aggregazione di una nuova cultura che sappia contestare alla radice la struttura suicidaria del neoliberismo dominante. E che sappia però anche riconoscere le matrici culturali, mentali, e spirituali, di questa forma estrema di disumanizzazione tecno-mercantile. Quali possono essere dunque i centri tematici di questa inedita aggregazione? Quale il minimo comune denominatore, che possa unificare tante diverse correnti culturali che comunque denunciano la deriva nichilistica del potere (finanziario, ma anche editoriale, mass-mediatico, e politico) sempre più unitario e omologante?
Sarà l’economista Stefano Zamagni ad affrontare, venerdi 5 marzo, l’attualissimo argomento delle disuguagliaze e ingiustizie sociali. Stefano Zamagni, da anni una delle voci più autorevoli dell'economia italiana, apprezzato in tutto il mondo per aver promosso i principi di una "economia civile", affronterà il tema cruciale della società contemporanea: la disuguaglianza. Ricordandoci che le disuguaglianze non sono un dato di natura da accettare come qualcosa di ineluttabile, Zamagni analizzerà i principali fattori responsabili del fenomeno distinguendo le cause di natura socio-politica, quelle di natura economico-finanziaria e quelle che interessano la matrice culturale della società, suggerendo poi delle linee guida chiare che mettono l'accento sull'urgenza di superare la concezione individualistico-libertaria dell'azione umana. La sfida che secondo Zamagni siamo chiamati ad affrontare è quella di adoperarsi con coraggio e intelligenza per trasformare dall'interno il modello economico che si è consolidato negli ultimi quarant'anni: il mercato non dovrà più solamente essere in grado di produrre ricchezza, e di assicurare una crescita sostenibile.