rotate-mobile
Meteo

Inverno al palo, l'esperto meteo: "L'alta pressione non cede il passo neppure a febbraio"

"Una configurazione dai canoni prettamente tardo primaverili che contribuirà a mantenere lontane le piovose perturbazioni e distanti le fredde correnti almeno per tutta la prossima settimana"

Anche nell’ultima parte del weekend proseguirà la fase stabile, asciutta e insolitamente mite che da alcuni giorni viene garantita dalla presenza di un robusto campo di alta pressione che insisterà su gran parte del nostro Paese. "Una configurazione dai canoni prettamente tardo primaverili che contribuirà a mantenere lontane le piovose perturbazioni e distanti le fredde correnti almeno per tutta la prossima settimana, mandando completamente in letargo l’inverno - spiega Roberto Nanni, tecnico Meteorologo Ampro -. Sopratutto in montagna, dove la stagione più fredda dell’anno, se non fosse per il livello dello zero termico alle stelle, statisticamente si posizionerebbe al massimo del suo splendore. Tuttavia, se da una parte l’unico aspetto negativo che questa eccezionalità possa comportare fosse quella di ottenere un clima decisamente gradevole, che paradossalmente non sarebbe poi così male, d’altra parte il debole soleggiamento che ci accompagnerà verso la fine di gennaio verrà prontamente sostituito in Val Padana da cieli sempre più grigi: contraddistinti da nebbie diffuse e localmente molto fitte che con il passare delle ore si estenderanno fin lungo i settori adriatici".

"L’insistenza di queste masse d’aria subtropicali sul Mediterraneo e l’Europa, denominate per l’appunto “super anticicloni” scaccia inverno, non sono solo in grado di stravolgere gli equilibri termici portando delle condizioni marcatamente anomale per il periodo, vedasi molti valori al di sopra dei 25 gradi con molti record di caldo assoluto frantumati tra Spagna (fino a 31°C nella regione Valenciana) e il Nord-Ovest d’Italia, ma soprattutto quello di agevolare un maggior accumulo di sostanze inquinanti nei bassi strati, contribuendo a un sensibile peggioramento della qualità dell’aria - continua Nanni -. La concentrazione di particolato in Pianura Padana potrebbe salire molto oltre i limiti consentiti dall’Oms (45 microgrammi per metro cubo), toccando la soglia addirittura dei 100/150 microgrammi: un valore dunque quasi triplo del normale. Sebbene una trentina di anni fa queste situazioni fossero rare, oggi sono in grado di promuovere con maggior facilità l’instaurarsi di estremi regimi meteorologici. E ciò dimostra che gli stessi effetti, particolarmente energici, di quella che una volta poteva apparire quale inconsueta parentesi primaverile nel cuore dell’inverno, stanno diventando, al netto di durata e intensità, via via la normalità climatica, con cui sempre più ci ritroveremo a dover fare i conti in qualsiasi stagione dell’anno".

"Ma questi primati ci mostrano sola la punta dell'iceberg, che rivela solo una parte dei primati che potremo raggiungere - avverte l'esperto -. Una struttura particolarmente salda che molto probabilmente continuerà a espandere la sua roccaforte al centro-est europeo durante la prima decade di febbraio. Ciò che accadrà all’evoluzione del tempo in Emilia-Romagna dipenderà dalle dinamiche legate alla rimodulazione delle correnti temperate in quota, non tanto al loro parziale cedimento. Quindi in sostanza l’alta pressione non allenterà la presa nemmeno nei fatidici giorni della Merla, quelli che tradizionalmente dovrebbero essere i giorni più freddi dell’anno (ovvero 29, 30 e 31 gennaio), quando impulsi d’aria più freddi provenienti dai Balcani tenteranno inutilmente di mettere in discussione la poderosa circolazione atmosferica che domina le nostre latitudini".

"La successiva accelerazione del flusso perturbato sull’Islanda determinerà un ulteriore rinforzo dell’Anticiclone durante i primi giorni di febbraio, ripristinando dei massimi di temperatura decisamente oltre la norma su tutto il nostro Paese, sopratutto lungo i rilievi, dove i valori potrebbero superare i 10-15 gradi a 1500 metri - conclude -. Il ristagno di aria umida un po’ più fredda sulle pianure con frequenti formazioni nebbiose in parziale diradamento nelle ore centrali della giornata sarà l’unico elemento che ci ricorderà che tutto sommato siamo ancora in inverno (5-8 gradi con valori leggermente superiori nelle aree collinari.). Almeno fin quanto reggeranno le inversioni termiche e non sopraggiungeranno i caldi venti favonici".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inverno al palo, l'esperto meteo: "L'alta pressione non cede il passo neppure a febbraio"

RiminiToday è in caricamento