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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il Comune di Rimini avanti con Hera fino al 2021 ma punta a una gara europea

Con il rinnovo del patto rimangono bloccate circa 18,5 milioni di azioni, mentre 1,8 milioni possono essere vendute per un valore al momento di 5,6 milioni di euro e saranno utilizzate per ripianare il debito della Holding

Il Comune di Rimini va verso il rinnovo del patto di sindacato di primo livello di Hera per il triennio 2018-2021. Ma ancora una volta Patto civico, o almeno il suo capogruppo Mario Erbetta, si smarca dalla maggioranza. E in commissione questa mattina opta per l'astensione, mentre il collega Mirco Muratori per il sì, alle due delibere in materia, che vengono approvate con 19 voti favorevoli, tre astensioni e nove voti contrari. Palazzo Garampi, spiega l'assessore al Bilancio Gian Luca Brasini, detiene tramite la Holding l'1,37% delle azioni di Hera, circa 20,3 milioni che corrispondono a un valore di circa 60 milioni di euro. Con il rinnovo del patto rimangono bloccate circa 18,5 milioni di azioni, mentre 1,8 milioni possono essere vendute per un valore al momento di 5,6 milioni di euro e saranno utilizzate per ripianare il debito della Holding. Certo, prosegue Brasini, l'adesione al patto di sindacato "non è aprioristica, per un diktat politico". E "il gestore si è dimostrato proattivo nel portare a termine e promuovere importanti investimenti nel riminese", come dimostra il Psbo. Insomma non si tratta di un'adesione da "semplice socio finanziario". Sia il servizio idrico che quello dei rifiuti sono in regime di proroga, continua l'assessore, e sul secondo, come avvenuto per il primo, occorre andare a gara. Per il servizio idrico la gara è stata "impugnata per vizi di forma" da Acciona, multinazionale privata spagnola. E ora si è in un "clima di inerzia", anche per la volontà portata avanti da alcune Amministrazioni di centrodestra come Bellaria e Riccione di municipalizzare il servizio idrico integrato. Brasini, per i rifiuti, resta convinto su una gara europea il prima possibile e ragiona sull'"atto coraggioso" fatto da Forlì e altri 12 Comuni del comprensorio per una società inhouse.

I costi reali, quel caso, sono nell'ammortameno degli impianti. Le banche, aggiunge l'assessore, non hanno finanziato il capitale iniziale della società Alea Ambiente, così la Holding Livia Tellus ha dovuto prestare delle proprie garanzie, "con tutto quello che comporta". Non solo. A oggi, dopo i primi mesi di attività, ci sono gli stessi flussi di rifiuti a incenerimento del 2017. Da ultimo Brasini fornisce il dato, del 2016, sulla dispersione idrica: in Italia il 38,2%, a Rimini il 24,2%; percentuali che si traducono, rispettivamente, in una dispersione di 26,6 metri cubi d'acqua per chilometro di rete rispetto a nove, circa un terzo. In Hera "non contiamo nulla" e "la concomitanza tra controllore e controllato non dà benefici", è critico Erbetta. Dunque "legarci ulteriormente al patto di sindacato può vincolare ad avere un'influenza inferiore di contrattazione", è "un cappio al collo". Da qui l'invito ad accellerare sui bandi, come Cesena e Ravenna che sono già pronte. A fare le gare, replica dal partito democratico Juri Magrini, è un soggetto terzo, Atersir, che "non le può fare tutte in una volta". Forlì, aggiunge, ha fatto "un'altra scelta, una scommessa, non so come finirà, mi auguro bene". Ma serve "responsabilità" e "questo sistema ha dei limiti ma anche dei punti di forza". Il suo capogruppo Enrico Piccari ricorda che i dividendi annuali di Hera, circa 1,9 milioni di euro, "permettono di finanziare servizi strategici". Tornare all'inhouse è "impensabile, piccole realtà non riescono a fare fronte a questo servizio". Insomma "a gara il prima possibile". Dello stesso avviso, dai banchi della minoranza, il leghista Matteo Zoccarato, che sottolinea comunque come il rapporto con Hera sia "difficile, è diventata un impero". 

Carlo Rufo Spina di Forza Italia conferma che nel patto di sindacato "non contiamo niente. Vincolarsi ha una tale struttura giuridica non ha senso". A Forlì sono stati "più coraggiosi", rimarca Gennaro Mauro del Movimento per la sovranità, e su Hera non abbiamo indicatori di efficienza. Intanto si importano rifiuti da incenerire a Coriano. Hera, conclude, dà utili, ma è sufficiente, si interroga Mauro, a non rinunciare alla partecipazione e a offrire le azioni agli altri soci pubblici? Senza dimenticare che le cooperative di cui si serve sui rifiuti non rispettano il contratto di settore. Sulla multiutility, quindi, serve "maggiore controllo".
(Agenzia Dire)

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