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Lunedì, 29 Aprile 2024
Sport Misano Adriatico

Due romagnoli in Canada per la Yukon Arctic Ultra

È la corsa più fredda mai disputata, che da 10 anni si svolge sulla rotta della famosa Yukon Quest, sfidando condizioni atmosferiche proibitive e temperature che vanno dai -20 ai –53 gradi centigradi

È la corsa più fredda mai disputata, che da 10 anni si svolge sulla rotta della famosa Yukon Quest, sfidando condizioni atmosferiche proibitive e temperature che vanno dai -20 ai –53 gradi centigradi. A questa sfida, che si disputa su ghiaccio e neve, si può partecipare a piedi, in bici o sugli sci; si potranno scegliere diversi segmenti: una classica maratona oppure percorsi da 100, 300 e 430 miglia.

Non ci saranno cani da slitta, né assistenza; a trainare la slitta obbligatoria, contenente gli oggetti di prima necessità (un sacco a pelo di emergenza, una giacca di piuma d’oca, un fornellino ad alcool per sciogliere la neve e idratarsi, un seghetto per tagliare i rami per accendere il fuoco e della frutta secca) saranno gli atleti stessi; in totale 11 chili di zavorra. Non si corre per un premio, ma per la gloria.

Quest’anno tra i 200 iscritti complessivi ci saranno anche due romagnoli, Stefano Gregoretti 38 anni e Davide Ugolini 39 anni, entrambi tesserati ‘Misano Podismo’. Affascinati dal rischio e dalla difficoltà ma soprattutto dal correre nella natura più pura e intrigante, i due amici si sono spinti in questa avventura che li porterà a percorrere il fiume Yukon verso l'Alaska, in totale 160 chilometri no stop, trainando una slitta legata in vita.

Il loro obiettivo dicono “è vincere e abbattere tutti i record”, attualmente il minor tempo impiegato è di 21 ore e 41 minuti, loro vogliono mettercene 20, ma per fare ciò non potranno mai fermarsi, nemmeno per riposare. Di dormire non ne vogliono sentir parlare, sarà una corsa tutta d’un fiato. Lungo il percorso, indicato con semplici bandierine picchettate in mezzo a sconfinati spazi innevati e foreste di conifere, avranno a disposizione soltanto due ristori (uno a 62 e uno a 100 km) dove riceveranno acqua calda.

Il pericolo più grande per gli atleti in questa competizione oltre allo smarrimento è il congelamento degli arti, non solo, ma anche dell’acqua a loro disposizione, per questo motivo dovranno correre con il camel bag a stretto contatto del corpo. Non è solo una gara di resistenza, ma una gara in cui ciascun atleta dovrà saper domare gli elementi naturali e gestire al meglio il proprio corpo. Sarà fondamentale controllare la sudorazione per evitare di ritrovarsi ghiacciati, dovranno rinunciare al Goretex e ai tessuti wind stopper, praticamente saranno costretti ad abbracciare la natura in tutto e per tutto.

In caso di emergenza potranno contare su un trasmettitore satellitare che ogni 10 minuti aggiornerà la mappa controllata dal personale di gara indicando la loro posizione; del resto i cellulari in molte zone potrebbero non avere campo. Qualora dovessero fermarsi avranno a disposizione solo 30 secondi per togliersi i guanti e consultare la bussola oppure sistemarsi le scarpe, prima di rischiare il congelamento. In caso di ritiro avranno a disposizione solo 30 minuti per infilarsi nel sacco a pelo e appendere un cartellino sul bozzo in fitta piuma d’oca che indicherà ai soccorritori la richiesta d’aiuto.

Lo scorso week end sono stati sulle Dolomiti dove a –20° C hanno testato i materiali tecnici a cui affideranno la protezione del loro corpo: dalle tre paia di guanti alle scarpe, dalla maglia traspirante ed i pantaloni agli scaldamani, dalla maschera per gli occhi resistente alle bassissime temperature ai viveri anti congelamento sino al piumino per coprirsi una volta fermi. Sui monti italiani hanno corso per 8 ore durante il giorno e dopo una sosta hanno ripreso in notturna per altre 6 ore, dormendo all’addiaccio. Appena arriveranno al campo base canadese effettueranno un corso di sopravvivenza obbligatorio prima di poter partire.

Stefano e Davide sono soliti a queste corse immerse nella natura, specialità chiamate Trail e Ultra-trail (per distanze oltre i 42 km). Hanno portato a termine più volte le prestigiose gare attorno al Monte Bianco; Stefano ha conquistato il secondo posto nel 2011 in una gara a tappe di 250 km in Nepal; ha corso nel deserto del Mali, conquistando il secondo posto nell’Ultra-trail a tappe nella Valle dei Canyon (Utah) dove Davide si è piazzato terzo!

Una settimana dopo essere rientrati dallo Utah hanno ripreso gli allenamenti preparandosi per questa nuova sfida estrema, allenati dal campione canadese e specialista di queste discipline Ray Zahab, fondatore dell’Associazione ‘Impossible2Possible’. Zahab è detentore del record di attraversata del deserto del Sahara da Est a Ovest (7.500 Km in 110 giorni). Nel 2007, Ray corse i tre sentieri costieri del Canada in sequenza, uno dopo l'altro. Il tempo totale è stato di 8 giorni dalla partenza sino all'ultimo passo sul sentiero della West Coast. In quel periodo ha anche attraversato di corsa la difficilissima East Coast Trail e Baffin Island. Zahab ha impostato il loro allenamento, fatto di 180 Km di corsa ad alti ritmi ogni settimana, a cui sommano allenamenti di nuoto e ciclismo. Da settembre ad oggi si sono allenati duramente, trascinandosi per il lungomare della Riviera e per le colline dell’entroterra un copertone d’automobile legato in vita. Hanno messo a dura prova il loro corpo, studiando ogni minimo dettaglio per arrivare pronti alla competizione. Con loro ci sarà tutto il tifo di Misano e di Riccione, la città natale, e di tanti altri amici che li seguiranno entusiasti da ogni parte del mondo.

 “Da 10 anni partecipo a gare di Triathlon e da 7 a Trail e Ultra-trail – afferma Stefano Gregoretti – lo faccio perché è possibile, voglio dimostrare che l’uomo è fatto per sostenere anche questi sforzi, non conta solo il fisico, ma anche il giusto e attento dosaggio e utilizzo delle proprie energie”. Con lui ci sarà Davide Ugolini, iniziò 12 anni fa le prime gare di Triathlon, coinvolgendo l'amico Stefano. Dopo tanti allenamenti hanno deciso di intraprendere queste straordinarie esperienze insieme. “Da buon macellaio mi porterò con me delle salsicce che ho studiato appositamente per questa gara, ma anche dei ciccioli: l'apporto di grassi servirà a darmi più energia – ha dichiarato simpaticamente Ugolini -. Mi sto preparando duramente, non ho mai acceso i termosifoni per temprarmi al meglio possibile alle bassissime temperature, non vediamo l'ora di correre e divertirci”.


Il Sindaco di Misano Adriatico, Stefano Giannini ha voluto nominare i due runners ‘Ambasciatori dello Sport’ consegnando loro una pergamena e una t-shirt con il logo della città balneare. “Siamo felici di avere sul nostro territorio due grandi atleti e veri sportivi come Stefano e Davide – ha detto il sindaco, Stefano Giannini – Misano è nota in tutto il mondo per essere città dello Sport e la loro impresa contribuirà ad esportarne la fama anche nelle fredde e lontane lande canadesi. A loro vanno i migliori auguri, visto che ‘in bocca al lupo’ è sconsigliato considerato che correranno in mezzo alla natura più selvaggia”.

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