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Giornata internazionale contro l'omofobia, coro di voci per combattere i pregiudizi

"La malattia da curare oggi è l'omo-lesbo-bi-transfobia – dichiara Marco Tonti, coordinatore di Arcigay Emilia-Romagna – una malattia che fa compiere scelte moralmente o fisicamente violente, che provoca ferite e sofferenze insensate a migliaia di ragazzi e ragazze"

Il 17 maggio, è la Giornata internazionale contro l’omofobia. La data è stata specificatamente scelta per ricordare la decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità nel 1990 di declassificare l’omosessualità da disturbo mentale. Questa giornata mira a celebrare la diversità, in senso lato e quella sessuale e di genere, in particolare, e fare una campagna contro la violenza e la discriminazione subite dalle persone con diverso orientamento di genere. "Con l'approvazione della legge Mancino-Zan - spiega l'Arci-Gay - diventerebbe una ricorrenza riconosciuta anche dall'Italia diventando occasione di dibattito pubblico, di riflessione e di superamento dei pregiudizi. Quello del 2021 è un 17 maggio "caldo", all'insegna della mobilitazione a sostegno della legge Mancino-Zan in tutte le città della Regione per richiedere con forza l'approvazione definitiva al Senato della legge, senza modifiche al ribasso e senza passi indietro. Inoltre, nell'ottica di ritenere questa legge il primo passo per un allargamento dei diritti e del riconoscimento delle persone appartenenti alla comunità LGBTI+, come coordinamento Arcigay Emilia-Romagna sosteniamo l'iniziativa della Rete degli studenti medi per il riconoscimento delle identità all'interno delle scuole della regione".

"Lottiamo ogni giorno per una scuola a misura di tutte e tutti – afferma Veronica Lagreca, coordinatrice regionale della Rete degli Studenti Medi dell'Emilia-Romagna – L'inclusione e la valorizzazione di tutte le soggettività delle studentesse e degli studenti passa anche per l'approvazione delle carriere alias negli istituti. In questa giornata il valore di questi strumenti è quanto mai attuale".
"La malattia da curare oggi è l'omo-lesbo-bi-transfobia – dichiara Marco Tonti, coordinatore di Arcigay Emilia-Romagna – una malattia che fa compiere scelte moralmente o fisicamente violente, che provoca ferite e sofferenze insensate a migliaia di ragazzi e ragazze, nelle loro famiglie, nelle scuole, sul lavoro. È una malattia e che nasce in una visione della società fatta di persone di serie A e di serie B, una visione inaccettabile e autoritaria da superare definitivamente. Una società fatta di persone libere di essere se stesse è una società felice, che si ammala di meno, è una società ricca, forte e coesa. Sono questi valori di uguaglianza e di rispetto che fanno bene a tutta la società e che sono il fondamento culturale dell'Emilia-Romagna".

"La Giunta Comunale di Poggio Torriana - aggiunge Francesca Macchitella, Assessore ai Servizi Sociali, Scuola, Sport, Pari Opportunità e Politiche Giovanili - con una propria delibera del 2020, ha sottoscritto il “Manifesto della Comunicazione Non Ostille" aderendo al progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza sulle parole promosso dall’ Associazione Parole Ostili e ANCI".
L'assessore ai Giovani e alle Pari Opportunità, Francesca Macchitella, spiega: "In una giornata come quella di oggi, ritengo sia fondamentale ricordare questo strumento comunicativo, semplice e potente al tempo stesso, invitando gli educatori e gli insegnanti delle scuole del territorio a leggerlo e commentarlo insieme ai bambini e agli studenti. E' essenziale il ruolo delle istituzioni pubbliche, della scuola e della famiglia nell'educazione all’uguaglianza e al rispetto di tutti, affermando senza indugio stop al bullismo e stop hate speech. Il Manifesto della comunicazione non ostile è un decalogo che declina dieci principi, un progetto di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, tradotto in 30 lingue e declinato in 6 ambiti – politica, pubblica amministrazione, sport, educazione, aziende e scienza. Il Manifesto rappresenta un impegno di responsabilità collettiva, l’Amministrazione comunale promuoverà e diffonderà i dieci principi del Manifesto, atti a contrastare la violenza in rete e sostenere un uso più civile del linguaggio, anche in occasione di incontri aperti alla cittadinanza che si terranno durante l'estate negli spazi pubblici all'aperto. I terribili fatti di cronaca, italiana ed internazionale, ci spingono a combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT che continuano quotidianamente a vivere nella paura e nell'insicurezza".

Coraggiosa Rimini e Cattolica invitano a condividere una riflessione: “Una società non accogliente è responsabile di sofferenza, esclusione ed emarginazione. Una comunità non accogliente determina a lungo andare una grande sofferenza su omosessuali, bisessuali, transessuali e su tutti coloro che non hanno un orientamento eterosessuale, i quali, proprio perché sentono di vivere in un mondo che li esclude o che non li accoglie totalmente, vivono il disagio dell'emarginazione, della derisione e le conseguenze della violenza. E così lasciamo che si verifichino situazioni di discriminazione sul lavoro, sull'accesso ai servizi sanitari e in ogni altro contesto di vita che rendono tutto il sistema malato perchè fermo sulla paura e sull'ostilità. Coraggiosa Rimini e Cattolica pensano ad una società in cui le persone siano viste per quelle che sono, i meriti e le competenze misurate per quello che sai, valorizzando ogni diversità e rimuovendo ogni disuguaglianza. Le azioni individuali e quelle politiche per Coraggiosa Rimini e Cattolica valgono per quanto rispetto e felicità producono".

 

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