Reg Mastice sfida il mondo del rock e crea un atlante dei "150 migliori dischi inesistenti"
L'autore ha pubblicato in un libro un universo musicale inesistente, in cui va alla scoperta di nuove sonorità, tra i Beach Boys, Britney Spears e Al Bano
Impossibile trovarli. Anche i collezionisti più agguerriti potranno solo immaginare suoni e parole, nella speranza che qualcuno prima o poi li incida. Oppure no. E' un gioco, una sfida, un divertimento, quello ideato da Reg Mastice, al secolo Marco Reggiani, autore del libro "I 150migliori dischi inesistenti della storia del rock" (Arcana edizioni). Grafico, illustratore e giornalista musicale, Reg ha dato alle stampe la sua idea creativa, un progetto sospeso tra arte e golidardia. Due elementi chiave del suo dna. Nipote del pittore Armido Della Bartola, Reg, classe 1981, riccionese di nascita e riminese d'adozione, con questo libro l'autore dipinge un atlante della cosiddetta musica potenziale in Italia, divisa in schede, senza un ordine cronologico, alfabetico o d’importanza. La musica è la sua passione ed è anche una materia che conosce a pennello, tanto da inventarsi un mondo così credibile che anche i più esperti faticano a capire se quelli che hanno di fronte sono dischi reali o “fake news”. Ogni disco presentato è corredato da copertina, tracklist, recensione, foto e, in alcuni casi, poster di concerti, copertine di singoli.
“Non è una pubblicazione di nicchia – spiega Reg Mastice – è un gioco a cui tutti possono avvicinarsi. Seguo un’impostazione collaudata in stile “i migliori 100 album...”, con l’unica differenza che i gruppi citati e gli album recensiti sono immaginari. Sono album che avrei voluto fossero incisi, ma non solo. Esperimenti ideali, possibilità, potenzialità della musica”. I dischi fantastici sono solo la chiave, il pretesto per addentrarsi in un sottobosco di aneddoti, citazioni, calembour linguistici, racconti, riflessioni su capolavori sommersi nel tentativo di guardare all’evoluzione della musica e al sogno di rivoluzione di intere generazioni. “Le chiavi di lettura e i giochi meta-narrativi sono molti – continua Reg - da un lato il rivalutare un mestiere, quello del critico, che da sempre ha la responsabilità di dipingere a parole i suoni -di fatto affidandosi alla sola musicalità della sua lingua; dall’altro il celebrare una realtà (quella del rock) che di leggende e falsi miti dopotutto sopravvive, e vive dagli anni 50 ad oggi”.
Reg, dopo avere scritto per anni recensioni, studiato, amato e odiato dischi ha aperto la porta dell’immaginazione, e ha dato spazio al gioco e a una moltitudine di invenzioni collaterali disseminate tra le pagine: citazioni di libri, film, opere teatrali, personaggi, eventi, tanto fittizi da sembrare veri. Stessa cosa vale per gli elaborati grafici, tutti realizzati ad hoc e di volta in volta stilisticamente in linea con il relativo periodo storico di riferimento. Al lettore non resta che sintonizzarsi su un’altra frequenza, immaginare suoni nuovi, innamorarsi di band inesistenti, voltare pagina e scoprire un altro mondo, dove c’è spazio per un disco psichedelico di Al Bano e di un incredibile album dove Britney Spears e i Beach Boys surfano la stessa onda.