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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Dall'immobile sequestrato alla malavita nasce la “Casa di Ebere e Romanus”

Santarcangelo si prepara al taglio del nastro della struttura che sarà destinata all’accoglienza dei giovani. All’inaugurazione presente anche il presidente della Regione Bonaccini

Sarà inaugurata giovedì 21 marzo alle ore 17 la nuova destinazione d’uso del bene confiscato alla criminalità organizzata: in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e nell’ambito delle iniziative regionali per la Settimana della Legalità, infatti, l’Amministrazione comunale ha organizzato un momento inaugurale alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Il pomeriggio si aprirà proprio con gli interventi istituzionali, oltre al presidente della Regione, della sindaca Alice Parma e dell’assessore ai Servizi sociali e welfare Danilo Rinaldi, anche in qualità di vice presidente del Distretto socio-sanitario di Rimini nord. Ad arricchire il momento precedente al taglio del nastro, l’intervento di ragazzi e ragazze dell’Itse Molari sul lavoro svolto dalla scuola in merito al contrasto alla criminalità organizzata e la testimonianza di Monica Ciavatta, responsabile del Servizio accoglienza e integrazione dell’Unione di Comuni Valmarecchia, per un ricordo di Ebere Ujunwa e Romanus Mbeke.
 
Proprio ai due ragazzi nigeriani deceduti a Lesina (Foggia) il 6 agosto 2018 in un incidente stradale sulla via del ritorno dal lavoro nei campi – dopo essere stati cittadini di Santarcangelo dal dicembre 2016 all’aprile 2018, ospiti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – sarà infatti dedicata la nuova struttura per l’autonomia dei giovani, intitolata “Casa di Ebere e Romanus”. Dopo l’inaugurazione vera e propria prenderà il via un momento di festa nel parco in fondo a via Pavese, dove il food truck del progetto Valmarecchia Solidale offrirà un aperitivo ai presenti, accompagnato dalla testimonianza di ragazzi e ragazze santarcangiolesi che hanno partecipato al progetto “E!state liberi”, il campo di volontariato sui beni confiscati alle mafie promosso da Libera. Per consentire lo svolgimento delle iniziative in piena sicurezza, via Pavese sarà interdetta al transito e alla sosta dei veicoli dalle ore 16 alle 20 di giovedì 21 marzo.
 
Completato l’intervento di riqualificazione – realizzato grazie a un contributo di 45mila euro della Regione Emilia-Romagna – l’Amministrazione comunale e il Distretto socio-sanitario di Rimini nord hanno ideato per l’appartamento di via Pavese un progetto per giovani in condizione di fragilità, accompagnati da educatori professionali in un percorso per l’autonomia personale, che avrà una durata sperimentale di due anni. L’immobile confiscato ospiterà ragazzi o ragazze che hanno necessità di essere supportati per completare il loro processo di crescita verso l’autonomia e l’integrazione sociale. Gli utenti, neo diciottenni o prossimi al compimento della maggiore età, saranno individuati tra i giovani in carico all’area “Minori” dei Servizi sociali e accolti in comunità residenziali, che non possono contare su una rete familiare solida e strutturata.
 
Per ciascuno degli ospiti sarà predisposto un progetto individualizzato per permettere ai ragazzi di completare il percorso intrapreso nelle strutture residenziali di provenienza, accompagnandoli fino al ventunesimo anno di età con un supporto quotidiano nelle scelte verso il completamento degli studi, la formazione professionale o l’accesso al mercato del lavoro, nonché al processo di piena inclusione sociale. L’appartamento accoglierà un massimo di cinque ragazzi nella fascia d’età 17-21 anni, con il supporto di due figure educative. 
 
Ebere Ujunwa, nato a Oboama (Nigeria) il 12 maggio 1997, e Romanus Mbeke, nato a Izzi (Nigeria) l’11 maggio 1990, sono stati cittadini di Santarcangelo dal dicembre 2016 all’aprile 2018, ospiti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Braccianti agricoli, sono morti all’età di 21 e 28 anni il 6 agosto 2018 a Lesina (Foggia), insieme ad altre dieci persone, vittime di un incidente stradale sulla via del ritorno dal lavoro nei campi.

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