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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Fa troppo caldo e crollano le vendite di giubbotti e abiti. Confcommercio: “Negozi in ginocchio”

In calo del 6% le vendite a settembre a causa delle elevate temperature. Il presidente regionale di Federazione Moda Italia, Zanzini: “Patto di filiera per prorogare le scadenze dei pagamenti”

"Antò fa caldo", recitava una nota pubblicità. Ed effettivamente fa molto caldo, rispetto alla stagione meteorologica, tanto da far preoccupare l'intera filiera dell'abbigliamento.

Un caldo persistente che è divenuta una "autentica emergenza – dice il presidente regionale di Federazione Moda Italia Confcommercio, Giammaria Zanzini – per le conseguenze che porta al commercio di moda al dettaglio. I primi dati del sondaggio proposto alle aziende associate non lasciano dubbi. L’Emilia Romagna non si discosta dal dato nazionale: a settembre calo delle vendite del 6%. I negozi di moda sono alle prese con il drastico rinvio degli acquisti di maglieria, giacche, giubbotti, calzature e abiti invernali, sia per la donna che per l’uomo. La stagione estiva sarebbe finita dal punto di vista della proposta commerciale, ma quella meteorologica sta mettendo una volta di più in ginocchio i nostri negozi, che devono fare i conti con magazzini sempre più pieni e assortiti, a cui vanno aggiunte le criticità finanziarie legate a scadenze, tassi di mutui e prestiti e costi energetici alle stelle, affitti che seguono l’impennata dell’inflazione, alto costo del personale. 

"Come Federazione Moda Italia - Confcommercio riteniamo fondamentale mettere sul tavolo della discussione il patto di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali - prosegue Zanzini -. I rialzi di listino e il mantenimento dei budget dettati dall’industria della moda potrebbero a brevissimo non essere più economicamente sostenibili dai commercianti e dagli stessi consumatori, alle prese con i rincari generalizzati. Se fino a oggi i commercianti hanno svolto una funzione di contenimento degli aumenti dei listini, riducendo i ricavi per rendere il prodotto appetibile, ora questo processo non è più sostenibile: si tratta di aumenti in alcuni casi indiscriminati e non più accettabili dal consumatore finale, la cui capacità di spesa è ferma, se non addirittura in calo. Sarà importante dedicare attenzione ai rapporti di filiera anche al Tavolo della Moda regionale a cui sediamo insieme agli assessori Colla e Corsini".


Fondamentale e urgente puntare, per la Federazione, su una regolamentazione delle vendite al dettaglio del settore moda, a cominciare da spacci aziendali, outlet, temporary store, ma anche il cosiddetto parallelo, fino alle ultime embrionali forme di vendita predatorie come sample sale, friend&family sale, private sale che si tengono solitamente in showroom, opifici o spazi adattati. "Da questo punto di vista siamo soddisfatti che si stia avviando alla conclusione una normativa sugli outlet, da noi ampiamente richiesta - dice il presidente regionale di Federazione Moda Italia Confcommercio - che potrebbe andare nella direzione auspicata. Se non si metteranno regole uguali per chi opera nello stesso mercato, i negozi di prossimità che già a fatica contrastano la sfida impari con una grande distribuzione in costante ampliamento, non riusciranno a sopravvivere a questo tipo di concorrenza". 

"Infine ci aspettiamo che venga mitigato l’impatto delle imposte, a partire da una revisione della Tari che per il nostro settore chiediamo venga calcolata sulle superfici di vendita e non sui magazzini, dando una boccata d’ossigeno al settore. I nostri negozi – sottolinea in conclusione Zanzini – recitano un ruolo di primo piano nella vita delle città, dei borghi, dei centri storici e contribuiscono alla crescita non solo economica, ma anche sociale: perderli sarebbe un danno per intere comunità”.

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