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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Grandi eventi sulla spiaggia, no degli ecologisti: alla Rockisland un convegno con il Portoparty

"Vanno ascoltate le nostre motivazioni e va trovata una soluzione accettabile per i cittadini che esprimono interesse a favore della natura"

Sabato, 13 aprile, al Rockisland andrà in onda il PortoParty. Una giornata tra testimonianze, dialogo, il piccolo pranzo con cibo vegetariano condiviso e una eco-camminata sulla battigia. L’iniziativa nasce dalla partnership tra Coordinamento Italiano per la Tutela degli Ambienti Naturali dai Grandi Eventi, Marevivo, Aps Basta Plastica in Mare Network, Associazione professionale Generazione Mare, Soroptimist International Club di Rimini, Asoer.

“I luoghi non antropizzati sono habitat rari e preziosi su tanti territori, anche turistici, montagne e riserve naturali comprese, e vanno difesi dalla “messa a reddito” che, mai sazia, incombe con eventi di ogni genere ovunque in Italia – spiegano gli organizzatori -. A beneficio dell’avifauna, della vegetazione e anche degli umani che proteggono l’ambiente e amano viverlo liberamente, la spiaggia non ombreggiata e non organizzata, libera da concessioni in aree di demanio marittimo, è un bene collettivo che corrisponde a piccoli ecosistemi fragili e utili alla riproduzione di specie protette. I piccoli uccelli, come il fratino, lì nidificano e si riproducano, così come le creature di mare, quali le tartarughe caretta caretta, insieme agli arbusti e gli insetti più selvatici che vi trovano accoglienza e dimora”.

“La Costituzione e le leggi impongono seri quesiti di impatto ambientale sulla sostenibilità e pertanto sull’opportunità di concedere i luoghi naturali per i grandi eventi. Tutti interrogativi suggeriti peraltro dal buon senso e la cura per ciò che resta della natura sia sulle coste intorno alla penisola che su colline e montagne tra le più preziose in Italia”.

Il Comitato nazionale CI.Tange, formatosi spontaneamente due anni fa a causa del grave impatto ambientale del Jova Party, è composto ora da circa 60 tra organizzazioni ambientaliste locali nate dal basso. L’Aps Basta Blastica in Mare Network a seguito del convegno del 9 marzo nella sede di Marevivo, il Barcone recuperato sul Tevere, in collaborazione di Generazione Mare e Soroptimist Rimini per il Progetto Mare, ha promosso l’azione comune di comunicazione scientifica e partecipazione ecologica.

“Perché Rimini è una città vocata al turismo e perfettamente organizzata per eventi e ambisce altresì ai riconoscimenti relativi alla cultura che esprime. Tuttavia, nonostante la grande disponibilità spazi, locali pubblici ed edifici, piazze e stadi, tutti luoghi preposti a contenere folla, luci, suoni e ciò che ogni spettacolo da grandi numeri porta con sé, gli enti pubblici, a nome dei cittadini tutti, danno il benestare a una innaturale antropizzazione distruttiva sulla spiaggia libera”, spiegano i promotori.

“A Miramare tra Rimini e Riccione, in un luogo umido ed ecologicamente prezioso, la foce del Marano, giustappunto tra le Terme e colonie abbandonate del ‘900, ogni estate le ruspe spianano le dune e tutto viene spazzato via (anche i pulli dei fratini) per far largo in luglio e agosto alla folla e al frastuono della BeachArena (già la denominazione la dice lunga). Si tratta dell’eredità infausta del Jova Beach Party collocato in una delle rarissime porzioni di spiaggia libera rimaste nel Riminese, l’habitat nel quale nidifica il fratino. Noi tutti sappiamo di dover contribuire a farla cessare e proponiamo alle organizzazioni private che ne richiedono le concessioni e alle istituzioni che le concedono, di ascoltare le nostre motivazioni e trovare una soluzione accettabile per i cittadini che esprimono interesse a favore della natura: umana, animale, vegetale”.

I promotori richiedono insieme il rispetto gli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana: articolo 9: “La Repubblica Italiana tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni (…) la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Articolo 41: “L’iniziativa economica privata (…) non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente” e che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
 

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