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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Morì durante un'operazione chirurgica, tre medici a processo per omicidio colposo

La paziente era stata operata in una casa di cura del riminese e, al suo risveglio dall'anestesia, erano emersi seri problemi che l'avevano portata al decesso

Sono a processo con l'accusa di omicidio colposo due chirurghi ed un anestesista che, il 6 novembre 2017, operarono una 55enne di Colleranesco in provincia di Teramo che morì qualche giorno dopo l'intervento avvenuto in una casa di cura del riminese. La donna si era dovuto sottoporre a una revisione di decompressione spinale di artrodesi vertebrale strumentata, pratica ritenuta non particolarmente a rischio, ma che si era conclusa col decesso della paziente. Ad essere riviati a giudizio erano stati i tre sanitari in quanto "responsabili della preparazione e della conduzione dell’intervento operatorio per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline, nonché in violazione delle istruzioni operative della casa di cura". In particolare è stato loro contestato "di aver collocato impropriamente la paziente in posizione prona, in modo tale da determinare una prolungata compressione sull’addome della stessa che, a sua volta, ha concorso a determinare la riduzione del flusso sanguigno nel distretto viscerale ed una connessa ipotensione sistemica prolungata".

Secondo le accuse formulate dal pubblico ministero sarebbe stato "omesso, durante l’intervento, di somministrare alla paziente un quantitativo sufficiente di soluzione fisiologica". Agli imputati viene contestato anche che "a seguito del mancato risveglio della paziente al termine dell’intervento, avvedutisi con emogas analisi della sussistenza di una condizione di severa acidosi metabolica e anemizzazione", avrebbero omesso "di adottare tempestivamente le iniziative utili a contrastare la predetta condizione patologica". Tutte le varie omissioni, secondo la Procura, avrebbero determinato nella paziente uno stato di ipotensione prolungata, che a sua volta determinava una sindrome da insufficienza multiorgano. Dopo l’intervento a Morciano la donna fu trasportata all’ospedale “Infermi” di Rimini e ricoverata nel reparto di rianimazione morì la mattinata del 9 novembre.

Per i medici, difesi dagli avvocati Rosario Panebianco, Simone Mancini e Francesco Pisciotti il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 6 mesi per l'anestesista e l'assoluzione per gli altri due. La sentenza è attesa per il 2 luglio prossimo.

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