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Cronaca

Picchia e insulta moglie e figlie minorenni per 11 anni, marito violento condannato

L'uomo, che come ha raccontato la vittima spesso abusava di alcolici, è stato ritenuto colpevole di maltrattamenti in famiglia per aver alzato le mani sulla donna e sulle bambine

Ha dovuto sopportare una vita d'inferno per 11 anni una cittadina moldava prima di trovare il coraggio di denunciare le violenze e i maltrattamenti del marito, un connazionale 44enne, condannato dai giudici del Collegio del Tribunale di Rimini a 3 anni e 4 mesi con il pubblico ministero Davide Ercolani che aveva chiesto una pena di 4 anni e 4 mesi. A far emergere il clima di terrore che viveva la famiglia, residente nell'entroterra, era stata la denuncia della moglie che arrivata allo stremo della sopportazione si era rivolta ai carabinieri nell'ottobre del 2019. La coppia si era sposata nel 2004 e, dalla relazione, erano nati tre figli: 2 femmine e un maschio con quest'ultimo affetto da autismo. Durante il rapporto, però, l'uso smodato di alcol del 44enne aveva fatto si che la situazione degenerasse sempre più con un'escalation di comportamenti violenti anche davanti ai figli. Come un fiume in piena, la donna aveva raccontato ai militari dell'Arma una lunga serie di vessazioni e percosse che si scatenavano per i motivi più futili.

Tra gli episodi più agghiaccianti, una notte d'estate del 2012 l'uomo era tornato a casa ubriaco aggredendo la moglie tanto che questa per la paura aveva cercato rifugio nella stanza delle figlie ma lui l'aveva raggiunta sferrandole un calcio alla schiena scaraventandola a terra. Nel 2016, quando la signora era incinta del figlio, il 44enne sempre alterato dall'alcol l'aveva prima accusata di fare uso di cocaina per poi "provarci" col compagno della sorella di lui. La situazione era quindi degenerata con il moldavo che aveva preso la moglie per i capelli urlandole, davanti alle figlie, di essere una poco di buono e che il bambino che portava in grembo non era il suo.

Gli episodi di violenza, col passare del tempo, erano aumentati e l'uomo non perdeva occasione per prenderla a calci e buttarla giù dal letto mentre dormiva quando lui tornava a casa ubriaco costringendo le figlie a intervenire per cercare di proteggere la loro mamma. Nel 2019, quando le bambine avevano 15 e 18 anni, la furia del 44enne si era sfogata anche su di loro accusandole di non fare nulla per poi afferrare il cellulare della più grande e fracassarlo contro a un muro. La più piccola, terrorizzata che anche il suo smartphone potesse fare la stessa fine, era corsa a rifugiarsi in camera ma il padre l'aveva afferrata prendendola a schiaffi e trascinandola per casa.

Oltre alle percosse e agli insulti, la moglie era stata anche minacciata con un coltello. Quando la signora aveva fatto delle rimostranze al marito, chiedendogli di contribuire a mandare avanti la famiglia, l'uomo aveva afferrato la lama puntandola contro il viso della donna. Una situazione che era andata avanti fino al gennaio del 2020 quando il 44enne, ubriaco fradicio al volante era stato sorpreso con un tasso alcolemico di 2 g/l, aveva avuto un incidente. Per le conseguenze del sinistro, e a causa della guida in stato di ebbrezza, all'uomo era stata revocata la patente per 2 anni e di tutto questo incolpava la moglie pretendendo da lei del denaro. Con i maltrattamenti che si facevano ogni giorno più pesanti e le continue minacce di morte rivolte anche alle figlie, la donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito. Le indagini dell'Arma avevano confermato la gravità della situazione tanto che, nel marzo del 2020, il gip del Tribunale di Rimini aveva emesso nei confronti del 44enne un divieto di avvicinamento alle vittime.

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