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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Cattolica

Stop and go forzato per i piloti di Tanzania in Lambretta

Da parte di tutto lo staff di Tanzania in Lambretta i motociclisti hanno consegnato all’Ambasciatore una targa ricordo con tutti i loghi delle associazioni impegnate nell’impresa

Benchè il progetto sia stato pianificato nei minimi dettagli un imprevisto ha minato seriamente lo svolgimento della missione: la nave cargo Jolly Diamante, sulla quale circa un mese fa nel porto di Genova era stato caricato il container con le 3 moto da enduro e la Lambretta, oltre a vestiario e attrezzature mediche da consegnare in diversi villaggi, ha improvvisamente cambiato rotta mancando l’attracco in porto a Dar Es Salaam previsto per il 30 novembre e dove, nella stessa data erano atterrati anche i piloti Massimo Pontellini, Alessio Corradini, Piersanti Francesco e Gianluca Alessandrini assieme al cameraman Alberto Taini e al dottore Maurizio Lugli.

La nave, stando a quanto appreso dalla ditta Simat di Genova che ha seguito le operazioni di carico del container di Tanzania in Lambretta, avrebbe improvvisamente cambiato rotta allungando i tempi di consegna “perché l’armatore per motivi commerciali avrebbe deciso di dare precedenza allo scalo portuale a Città del Capo in Sud Africa, saltando Mombasa in Kenya e Dar Es Salaam in Tanzania”. Pare che un cliente abbia richiesto una sosta prioritaria, un rischio che si può correre anche su navi con a bordo 70.000 container. Tale decisione ha fatto insorgere non solo gli organizzatori di Tanzania in Lambretta ma anche i proprietari di altri 40.000 che hanno inviato all’armatore lettere ed esposti. Come se non bastasse anche una valigia con il materiale per riprese e foto è stata smarrita in aeroporto ed è stata recapitata al gruppo solo dopo qualche giorno.

Si è trattato di una vera e propria doccia fredda per i piloti che senza moto, ovviamente non possono essere tali e per gli organizzatori che dopo un anno di lavoro vedevano a rischio il progetto moto-solidale sostenuto da migliaia di persone e da importanti sponsor. Dall’Italia è iniziato un intenso lavoro di contatti per far si che i mezzi giungessero al più presto nelle mani dei ragazzi pronti a partire per la missione, mentre in Africa senza perdersi d’animo i piloti hanno approfittato dello 'stop and go' forzato per visitare i centri missionari operanti a Dar Es Salaam e Sabuko, conoscere tradizioni e la cucina del posto, sino all’incontro con l’Ambasciatore italiano Pier Luigi Velardi.

Il 3 dicembre, data in cui il tour avrebbe avuto inizio, i piloti sono stati ricevuti in maniera ufficiale nell’Ambasciata Italiana in Tanzania grazie all’interesse che lo stesso ambasciatore ha rivolto nei confronti della missione. Velardi, dopo essere stato informato dalla Farnesina del tour di oltre 4.000 chilometri che i motociclisti romagnoli e marchigiani avrebbero affrontato per sostenere la costruzione di un college da 600 posti a Karansi ha voluto complimentarsi personalmente. I volontari hanno spiegato il grande impegno che da anni ADA Onlus Cattolica per la Tanzania destina in Tanzania in particolare nei villaggi di Sabuko e Karansi al confine con il Kenya. L’ambasciatore, sorpreso per quanto fatto sin ora, si è complimentato e ha offerto il suo aiuto per favorire l’attracco della nave.

Da parte di tutto lo staff di Tanzania in Lambretta i motociclisti hanno consegnato all’Ambasciatore una targa ricordo con tutti i loghi delle associazioni impegnate nell’impresa. A loro è stato offerto un buonissimo caffè italiano fatto con la moka. La sfortunata vicenda ha attivato anche l’Ambasciata in Kenya per snellire le operazioni doganali di scarico del container che sarebbe arrivato nella notte tra il 7 e l’8 dicembre a Mombasa (Kenya).

Poi una ennesima freddura: la multa di 3.000 euro che il Kenya avrebbe inflitto a tutti i container che non avevano precedentemente dichiarato lo scarico keniota. Una cifra che sommata ad altri 2.800 euro per scaricare il container dalla barca prima dell’arrivo in Tanzania avrebbe minato quanto raccolto in beneficenza durante un anno di lavoro: oltre 35.000 euro. Gli organizzatori, così come i piloti, con spirito di sacrificio hanno ancora una volta deciso di non intaccare le offerte e di provvedere riorganizzadosi attendendo l’attracco a Dar Es Salaam. Il tutto, ovviamente, mirato al fine ultimo dell’intero progetto: la solidarietà.

Il viaggio partirà ufficialmente l’11 dicembre da Dar Es Salaam e si concluderà come previsto il 18 a Karansi. Ancora una volta è stato ricalcolato il percorso di viaggio, in funzione dei giorni rimasti disponibili ai piloti che dovranno rientrare in Italia il 21 dicembre. Diminuiscono i giorni a disposizione, da 9 a 6 giorni, ma il tour rimane lo stesso. Sarà una prova di coraggio e di forza a cui i piloti sempre più motivati si sottoporranno.

L’umore, ora è tornato alto, anche grazie alle centinaia di messaggi solidali giunti da ogni parte del mondo. Il progetto Tanzania in Lambretta, infatti, proprio in queste settimane è stato seguito da 11.000 persone sparse su tutto il globo: dall’Australia al Giappone, dagli USA  al Brasile e poi ancora dall’intera Europa e tanti altri stati. In Italia crescono i fan e l’interesse da parte di media e di piloti, tra questi anche Nicola Dutto, campione nella categoria Baja (una delle più dure del motociclismo Off road) e primo pilota paralitico al mondo a concorrere con professionisti ha voluto sostenere la missione autografando la ‘T-shirt dei campioni’ assieme all’amico e Campione italiano e del Mondo di Baja, Alex Zanotti.

 

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