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Cronaca

Svolta per i pagamenti con il Pos, quasi azzerate le commissioni sulle transazioni fino ai 10 euro

Soddisfatta Confesercenti Rimini: “L’accordo è un risultato in qualche modo storico: è da oltre 10 anni che si discute dell’abbassamento del peso delle commissioni sui piccoli"

Firmato l’accordo tra banche, servizi di pagamento e piccole imprese sul taglio delle commissioni sui pagamenti elettronici, stabilito dalla legge di bilancio. L’accordo potrebbe portare a un risparmio sulle commissioni fino a 500 milioni di euro l’anno. Il protocollo permetterà di ridurre sostanzialmente i costi per le piccole imprese con meno di 400 mila euro l’anno di fatturato. In particolare, verranno quasi azzerate le commissioni sulle transazioni fino ai 10 euro e si prevedono sostanziali riduzioni anche per quelle fino a 30 euro.

“L’accordo è un risultato in qualche modo storico: è da oltre 10 anni che si discute dell’abbassamento del peso delle commissioni sui piccoli. E finalmente si è riusciti a fare un primo passo nella giusta direzione, anche se l’intervento per ora è temporaneo e va reso strutturale”, commenta il presidente di Confesercenti Rimini, Fabrizio Vagnini.  

Secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, nel 2022 il 21% delle transazioni con carte o bancomat è stato di 10 euro o meno, il 32% di 15 euro o meno, mentre i pagamenti fino a 30 euro sono stati il 58%. E nelle piccole imprese del commercio, del turismo e della ristorazione la quota di micro-transazioni è ancora più alta.

“La questione dei costi è fondamentale per garantire la diffusione della moneta elettronica: secondo le nostre stime, solo nel 2022, l’uso di carte e bancomat è costato alle imprese, tra commissioni e costi accessori, circa 5 miliardi di euro. Ed è una voce di cui è scontata la crescita: i consumi che passano per carta e bancomat dovrebbero raggiungere i 367 miliardi nel 2023 e i 529 miliardi già nel 2025, superando i pagamenti in contanti, che nello stesso periodo calerebbero da 769 a 387 miliardi di euro. Un’espansione costante cui però non è seguita, fino a ora, alcuna riduzione del costo della moneta elettronica. E che è stata pagata caramente dalle imprese di minori dimensioni, che non riescono a ottenere le stesse condizioni contrattuali di chi muove grandi volumi di transazioni elettroniche, ma che in Italia sono la stragrande maggioranza: quelle con fatturato annuale inferiore ai 400mila euro sono 2,5 milioni, oltre la metà del totale delle imprese”.

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