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Cronaca Novafeltria

Viaggio nei paesi alluvionati, l'emergenza non è finita. "Abbiamo ancora famiglie sfollate e strade rotte"

Da Montescudo-Monte Colombo a Novafeltria, nuclei familiari ancora senza casa e molte strade da riparare. Gli amministratori: "Le istituzioni sono vicine e danno garanzie, ma il lavoro da fare è tanto"

L’entroterra riminese non smette di leccarsi le ferite. Mentre sulla costa si lavora per dare impulso alla stagione balneare, senza alcun tipo di disagio se non la difficoltà di captare turisti dall’estero, i paesi dell’entroterra scontano ancora le fratture generate dall’alluvione di maggio. Che si è portata via strade e colline. Se negli amministratori prevale la speranza “tutti ci assicurano, gli aiuti arriveranno”, tuttavia il bollettino parla ancora di strade chiuse e soprattutto di famiglie sfollate.

E’ il caso degli abitanti di via Bance, nel paese di Montescudo-Monte Colombo, dove i residenti non hanno più fatto rientro nella loro casa. Da quel giorno in cui la bomba d’acqua si è portata via tutta la strada e l’ingresso all’abitato. “Solo sul nostro territorio – è il punto con il sindaco di Montescudo-Monte Colombo Gian Marco Casadei -, abbiamo ancora cinque famiglie sfollate. Quattro in via Bance e una famiglia in via Cortine”. I nuclei stanno ricevendo un indennizzo dallo Stato, per pagare le spese a fronte della calamità, ma restano sfollati e ospitati da parenti e amici. “Vengono a chiedermi quando potranno tornare nella loro casa – racconta il sindaco -, ma devo dire la verità, siamo al 1° agosto e i tempi saranno ancora lunghi”. La comunità non si sente tuttavia isolata. “Siamo inseriti in zona rossa e aspettiamo ogni giorno che ci sia una notizia. Vicinanza e presenza ci sono stati, abbiamo ricevuto in visita anche il vice ministro Bignami – spiega il sindaco -, ora attendiamo però che la macchina si metta in moto”.

Situazione non troppo diversa a Novafeltria, altro comune che era stato pesantemente colpito dall’alluvione del mese di maggio. L’amministrazione ancora nella giornata di lunedì (31 luglio) ha inviato una lista alla Protezione civile con i 15 interventi che si rendono necessari sul territorio. Si tratta principalmente di frane e di cedimenti stradali. Due strade risultano ancora chiuse alla viabilità. L’amministrazione ha stimato danni nel solo territorio di Novafeltria per circa 2 milioni di euro. Anche in questo caso in città ci sono ancora cinque persone sfollate. “Due persone sono tuttora ospitate grazie al coinvolgimento della comunità della Papa Giovanni – spiega l’assessore Fabio Pandolfi, titolare dei Lavori pubblici e della Protezione civile -. Sentiamo la vicinanza delle istituzioni, ancora nelle scorse ore i parlamentari ci hanno chiesto nuovi documenti da inviare, sembra che ci sia tutta la volontà di accelerare, ma purtroppo i tempi si dilatano. Ancora un mese fa abbiamo fatto un sopralluogo, in un’abitazione che era stata invasa dal fango, e non ci sono proprio le condizioni per far rientrare le persone”.

Sul tema i sindaci di San Leo (Leonardo Bindi) e Bellaria (Filippo Giorgetti) si sono aggregati ad altri sindaci della Romagna per firmare un documento condiviso. “Basta polemiche – scrivono -, ci fidiamo delle garanzie del governo, la ricostruzione è partita”. “A due mesi e mezzo dall'alluvione possiamo dire di aver affrontato la fase più critica dell’emergenza – si legge nel documento - e di aver aperto a tutti gli effetti quella della ricostruzione, dei rimborsi e degli indennizzi grazie al Dl Alluvione, ai 4,5 miliardi stanziati dal Governo, alla nomina del commissario Figliuolo e del subcommissario Bonaccini. Sono state settimane di grande lavoro e di tensione, durante le quali non sono mancante le polemiche. Ora il quadro entro cui la ricostruzione può muoversi è chiaro e chiediamo a Provincia e Regione la massima e proficua collaborazione con il Governo. Questo ci attendiamo dalle istituzioni che devono rappresentare tutti, visto l'impegno profuso dal Governo".
 

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