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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Riccione

Vinicio Capossela fa scatenare Riccione. "Ho sempre sognato di suonare in viale Ceccarini”

Per quasi tre ore ha portato a Riccione tutta l’urgenza delle sue canzoni, accompagnando al divertimento le riflessioni necessarie, lasciandosi ispirare dai libri

Un Vinicio Capossela straripante, una piazza che non è riuscita a contenere il suo pubblico. Il colpo d’occhio di piazzale Ceccarini è di quelli che restano impressi nella memoria cittadina, le parole offerte dal cantautore nel profondo dell’anima. La seconda giornata della Festa della libertà sembra ispirata da un simbolo di Riccione: il “Bosco della pioggia” di Tonino Guerra in piazzale Roma. Le gocce sono scese a “bagnare i pensieri” durante le prove del “concerto bibliopedico”, a metà pomeriggio della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.

Quando è tornato il sole di Riccione ed è iniziato lo spettacolo è stato un crescendo di pubblico debordante, parole ispirate e musica straordinaria. “Ho sempre sognato di suonare in viale Ceccarini”, ha esordito Vinicio Capossela, sul palco, davanti a migliaia di persone, insieme alla sua band di musicisti di livello assoluto, presentandosi poi qui a Riccione, città di mare, come “un marinaio di carta: non ho mai avuto una barca ma  mi sono sempre appassionato alla letteratura di mare, che è quella che si confronta con il fato, il destino. L’uomo in mare è a repentaglio del fato, dei segni, delle rivelazioni. Come la più terribile attualità ci ricorda, il mare è anche pericolo. L’uomo in mare ha bisogno di soccorso, di salvataggio. Il mare è qualcosa che unisce o che divide, in cui si misura la prova del nostro essere umani, la prova della generosità o della viltà”.

Tre ore di spettacolo

Per quasi tre ore ha portato a Riccione tutta l’urgenza delle sue canzoni, accompagnando al divertimento le riflessioni necessarie, lasciandosi ispirare dai libri. “Queste canzoni nascono da una realtà, un’attualità che si fa sempre più  minacciosa, pericolosa, confusa, piena di disunione. E’ un momento in cui si è lasciati ognuno per sé, una società molto molecolarizzata. Quindi sono canzoni che hanno a che fare con l’attualità, un’attualità che è fatta di una guerra ancora più vicina a noi di altre, che continuano a esserci. Un mondo molto pericoloso, violento. Le emergenze e le urgenze sono tante: sociali, civili, ambientali”. Cantando Staffette in bicicletta, tratta dal suo album Tredici canzoni urgenti, a due giorni dalla Festa della Liberazione (domani, 25 aprile) ha invitato “a raccogliere il testimone” delle donne che hanno fatto la Resistenza “facendo semplicemente quello che è sembrato loro doveroso”. Un impegno urgente in un presente in cui “un giorno sì e un giorno no viene messa in discussione la Costituzione”.

Il concerto bibliopedico, dal titolo “Non ho da offrire che parole”, un evento unico che ha costruito con il Comune di Riccione, è stata una difesa strenua dei libri. “La parola libri si differenzia da liberi per una sola vocale: sono così pericolosi che le dittature li mettono all’indice e li bruciano come primo atto”. Travasando i pensieri dai testi agli spartiti, Capossela ha fatto cantare e ballare il pubblico di piazzale Ceccarini sulle note dei suoi nuovi brani ma anche con alcuni dei suoi successi più grandi, da Ultimo amore a Con una rosa. Infine si è concesso generosamente ai fans che lo hanno atteso fuori al Palazzo del Turismo per dediche su libri e dischi e selfie.

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