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Economia

Sì all’utilizzo del biotelo in agricoltura

L’obiettivo è la riduzione e progressiva sostituzione del materiale plastico attualmente utilizzato per la pacciamatura, lavorazione utile, in particolare, a contenere la crescita delle erbe infestanti

E’ stato firmato a Rimini un protocollo d’intesa tra Hera, Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei materiali Biodegradabili e Compostabili (Assobioplastiche), Consorzio Agrario Interprovinciale e Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Provincia di Rimini per la promozione dell’utilizzo del biotelo in agricoltura. L’obiettivo è la riduzione e progressiva sostituzione del materiale plastico attualmente utilizzato per la pacciamatura, lavorazione utile, in particolare, a contenere la crescita delle erbe infestanti, con un materiale completamente biodegradabile.

La raccolta e il corretto smaltimento dei teli in plastica risultano, infatti, problematici, soprattutto per la presenza di impurità che riducono la qualità della plastica raccolta all’interno della gestione dei rifiuti urbani e che quindi lasciano come unica strada percorribile quella dello smaltimento. Si stima che in Italia gli ettari di terreno potenzialmente pacciamabili siano circa 230.000, concentrati in alcune regioni tra le quali anche l’Emilia-Romagna, e che ogni anno in Italia si consumino circa 23.000 tonnellate di film plastici per la copertura delle colture agricole.

E’ evidente quindi come l’utilizzo di questi materiali plastici possa generare impatti ambientali significativi e sia un tema da affrontare. Anche per questo motivo Hera ha deciso di essere presente a questa iniziativa, collaborando fattivamente per la sua realizzazione, con un ruolo di coordinamento tra i vari soggetti in campo: la riduzione dei rifiuti e in particolare un’attenzione costante al recupero dei materiali raccolti in maniera differenziata sono al centro delle politiche dell’azienda, in continuità con le direttive europee che sempre più puntano il focus su questi due temi.

Con il protocollo firmato i partecipanti vanno nella direzione di proteggere l’ambiente e ridurre la produzione di rifiuti, sviluppando un’iniziativa sperimentale comune volta alla promozione dell’utilizzo del biotelo, eventualmente estendibile in un secondo tempo anche ad altri soggetti pubblici e privati. Il progetto si svilupperà attraverso momenti di sensibilizzazione e informazione, supporto tecnico e informativo alle associazioni di categoria e alle singole aziende agricole aderenti, nonché attraverso il monitoraggio, la misurazione e la diffusione dei risultati.

L’uso del biotelo nell’agricoltura italiana porterebbe ad un risparmio per il settore agricolo di circa 200 milioni di euro all’anno. Il biotelo, infatti, alla fine della coltivazione, viene fresato nel terreno, dove i microrganismi presenti lo trasformano in acqua, anidride carbonica e biomassa. L’azienda agricola, quindi, non deve più raccoglierlo e smaltirlo negli appositi impianti, evitando i conseguenti costi di raccolta, trasporto e smaltimento.

 Oltre ai benefici economici, è importante sottolineare che dal punto di vista ambientale la sostituzione del telo in plastica con il biotelo porterebbe ad una riduzione dell’88% dei barili di petrolio consumati per la produzione della materia prima e del 100% dei rifiuti prodotti. Il Protocollo d’intesa formalizza una collaborazione tra realtà industriali, istituzionali e produttive, per contribuire a definire nuovi modelli economici e standard di qualità sempre più elevati: l’iniziativa ha l’obiettivo infatti di diffondere su larga scala una tecnica eco-efficiente, che significa processi di lavorazione a basso impatto ambientale ma anche una potenziale e  più alta competitività delle imprese.

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