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Dig Award 2015: in giuria i grandi nomi dell'informazione internazionale

Il premio, che raccoglie l'eredità dello storico Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi, è suddiviso in tre sezioni (Video Reporting, Crossmedia Reporting e Focus On Italy), rivolte a servizi trasmessi da televisioni italiane e straniere

Saranno le più autorevoli firme del panorama giornalistico internazionale a premiare le migliori inchieste italiane e straniere, per la tv e per il web. Una giuria d’eccezione - presieduta dal giornalista e scrittore tedesco Günter Wallraff, noto per il particolare modo di condurre le ricerche sotto copertura - assegnerà i Dig Award 2015 a opere e progetti video giornalistici che con impegno e originalità avranno investigato su temi di rilevanza civile, economica e politica.

Gli altri illustri membri di fama mondiale che valuteranno i lavori sono: Alexandre Brachet, produttore e CEO di Upian, tra i principali player mondiali nella realizzazione di web documentari e prodotti multimediali; Toni Capuozzo, giornalista freelance, storico inviato di guerra, oggi cura la rubrica Mezzi Toni su Tgcom24; Riccardo Chiattelli, direttore del canale televisivo laeffe; Corrado Formigli, autore e conduttore del talk show di approfondimento Piazza Pulita (La7); Monica Maggioni, già inviata di guerra, direttore di RaiNews24 e rainews.it; Lee Marshall, esperto di cinema e viaggi, scrive tra gli altri per Internazionale, The Daily Telegraph e The Sunday Telegraph; Marco Nassivera, direttore dell’informazione della tv franco-tedesca Arte; Alberto Nerazzini, giornalista e documentarista freelance, a lungo inviato per programmi di culto Rai come Sciuscià, Il Raggio Verde, Anno Zero e Report; Juliana Ruhfus, lavora per Al Jazeera e produce documentari e reporting da ogni angolo del pianeta; Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky Italia; Margo Smit, direttore dell'associazione olandese-fiamminga di giornalisti investigativi VVOJ; Kevin Sutcliffe, responsabile delle news di Vice Europa.

«Il futuro del giornalismo investigativo si può riassumere in due “C”: collaborazione e confine - ha detto Margo Smit  -i temi su cui investighiamo attraversano i confini, così dobbiamo fare noi. E con l’industria dell’informazione ancora in difficoltà, dobbiamo trovare il modo di essere allo stesso tempo efficaci ed efficienti. Lo saremo solo lavorando insieme. Non sempre è facile, il giornalista è spesso un solitario, un cercatore di storie che gli altri vogliono tenere nascoste. Ma semplicemente dobbiamo collaborare. E lo faremo. Il futuro del giornalismo investigativo dipende da questo». Secondo Alexandre Brachet «coinvolgere il pubblico online è la naturale evoluzione del giornalismo d’inchiesta», mentre per Andrea Scrosati «in una società in cui le fonti di informazione sono disponibili ovunque, è fondamentale che i cittadini siano in grado di identificare quelle davvero attendibili, non di parte e guidate da standard etici. Il giornalismo investigativo, e soprattutto il modo in cui viene fatto, è quello che fa la differenza nell’individuare media credibili».

Il premio, che raccoglie l’eredità dello storico Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi, è suddiviso in tre sezioni (Video Reporting, Crossmedia Reporting e Focus On Italy), rivolte a servizi trasmessi da televisioni italiane e straniere, ma anche a opere inedite, progetti e prodotti crossmediali, che utilizzano il web e le piattaforme digitali per sviluppare forme innovative di storytelling giornalistico. Il bando per partecipare resterà aperto fino al 30 giugno (www.digaward.com). I DIG Award verranno poi assegnati il 5 settembre a Riccione, che dal 4 al 6 settembre diventerà la capitale del giornalismo internazionale.

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