Risate amare a teatro con “Miracoli Metropolitani”, sulla folle realtà del presente
La compagnia teatrale Carrozzeria Orfeo, porta in scena per la prima volta a Rimini, il suo ultimo lavoro "Miracoli metropolitani": un racconto tragicomico che offre uno spaccato della società attuale, tra la natura pronta a ribellarsi e il racconto della solitudine sociale e personale del nostro tempo.
Uno spettacolo dove si ride tanto, ma con un retrogusto amaro. E’ uno sguardo spietato e cinico sulla società contemporanea e sui suoi malesseri pronti a deflagrare.
La compagnia che negli anni si è ritagliata uno spazio nel panorama italiano per le sue drammaturgie originali che intrecciano realtà e assurdo, ironia e dramma, raccontando la follia del presente, giovedì 16 marzo alle ore 21:00 propone al teatro Galli una commedia che usando la sua chiave tragicomica racconta anche una solitudine sociale e personale, metafora del tempo che stiamo vivendo.
Mentre all’esterno le fogne, ormai sature di spazzatura e rifiuti tossici, stanno lentamente allagando la città, gettando la popolazione nel panico e costringendola ad una autoreclusione forzata in casa, in una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari, si muovono otto personaggi: Plinio, ex chef stellato oggi in rovina; la moglie Clara, ex lavapiatti con velleità da imprenditrice; il figlio Igor, ossessionato dal videogame “Affonda l’immigrato”; Hope, tuttofare etiope mossa da obiettivi moralmente discutibili; Mohamed, professore in Libano, rider sfruttato in Italia; Patty, madre idealista di Plinio, chiamata a un’ultima battaglia… Per l’emergenza fogne, il governo ha emanato un decreto di sostegno per i poveri e gli immigrati che scatena la reazione di gruppi estremisti, facendo temere l’esplodere di una guerra civile. A completare il quadro della storia ci sono poi Cesare, un aspirante suicida che casualmente entra a far parte della “squadra”; Mosquito, un carcerato aspirante attore costretto ai lavori socialmente utili; Mohamed, professore universitario in Libano e rider sottopagato e sfruttato in Italia. Infine, Hope, una misteriosa, aggressiva e buffa lavapiatti etiope.
Lo spettacolo “è nato da tre suggestioni fondamentali - si legge nelle note di regia - indagare il tema del cibo come problema reale per gran parte del mondo e bene di lusso per un minuscolo occidente opulento fatto di alta cucina e reality show; dalla lettura de “La sincronicità” di Jung, il teorizzatore dell’esistenza degli eventi a-causali, ovvero di tutti quegli eventi che si sottraggono alla rigida regola del rapporto causa/effetto per manifestarsi come coincidenze speciali che spesso noi chiamiamo – e viviamo come – miracoli. E da un fatto di cronaca inquietante quanto bizzarro: nel settembre 2017 nelle fogne del quartiere di Whitechapel a Londra, è stato trovato dai sommozzatori fognari un enorme fatberg (letteralmente un iceberg di grasso calcificato) che occludeva il tratto fognario”. Da questo episodio si innesca l’intero testo: e se il “mostro” fatto di tutti rifiuti che i londinesi per decenni hanno gettato nello scarico del wc, esplodesse?
Miracoli Metropolitani è stato scritto prima dell’emergenza del Covid-19, già immaginando una società chiusa in casa: all’esterno i trasporti sono fermi, la disoccupazione tocca il 62%, le attività commerciali falliscono quotidianamente e la Messa della domenica ormai si celebra soltanto in streaming. L’esplosione delle fogne è il simbolo di un pianeta che si rivolta concretamente all’uomo per riaffermare sé stesso e ribellarsi a decenni di incurie, prevaricazioni e abusi ambientali.
Dopo testi più esistenzialisti come Thanks for Vaselina e Animali da Bar, e il più distopico Cous Cous Klan, Miracoli Metropolitani è lo spettacolo più politico: immaginando un futuro possibile, ma non ancora reale, lancia un richiamo alla responsabilità individuale e sociale, affinché la storia non ci presenti nuovamente il conto.
Per il linguaggio usato e per i temi affrontati lo spettacolo è sconsigliato ai minori di 14 anni.