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Bocciatura Ddl Zan: scontro tra i politici riminesi, ArciGay e Coraggiosa annunciano fiaccolata

Se da una parte chiedono che si intervenga al più presto a tutti i livelli istituzionali perché "non ci siano nuove vittime", dall'altra si chiede un testo di legge che "non censura la libertà di opinione”

Coraggiosa e Arcigay hanno per esempio donato al Comune una panchina Rainbow e si augurano che sia "ben visibile per tracciare un solco invalicabile che ci separi dalle discriminazioni. Le parole non bastano più, ora c'è in gioco la vita e il benessere delle persone". Le stesse richieste verranno fatte da piazza Tre Martiri sabato prossimo 30 ottobre dove Arcigay e Agedo, l'Associazione genitori e amici di omosessuali, organizzano una fiaccolata per commemorare le vittime dell'omotransfobia e per chiedere che si intervenga al più presto a tutti i livelli istituzionali perché "non ci siano nuove vittime da parte di chi, ora, dopo le vergognose immagini di tifo da stadio al senato, si sentirà ancora più autorizzato a esercitare il suo odio in libertà".

"Uno schiaffo in faccia a milioni di persone Lgbt italiane, alle donne e alle persone con disabilità". Il consigliere comunale di Rimini coraggiosa, Marco Tonti, bolla come "vergognosa" la bocciatura del ddl Zan al Senato di ieri. "L'Italia- si rammarica- rimane l'ultimo Paese fondatore dell'Europa a non avere una legge del genere". Così, prosegue, vince "il sovranismo estremista che ci spinge verso la Polonia e l'Ungheria con le loro leggi repressive e liberticide, e ci allontana dall'Europa che si è dichiarata a schiacciante maggioranza lgbt freedom zone". Tonti chiede dunque un segnale dalla "Rimini della cultura e del turismo internazionali", che "non può assistere indifferente alla morte di una legge che aveva come obiettivo il contrasto all'odio e alla violenza". Da qui la richiesta, in occasione dell'avvio dei lavori del Consiglio comunale di questo pomeriggio, alle forze presenti di "schierarsi dalla parte dei diritti dichiarando 'Rimini lgbt freedom zone' per far sapere al mondo che Rimini è e sarà sempre una città di civiltà e cultura europea, concretamente dalla parte dei diritti e della garanzia di libertà alle persone Lgbt". Non si tratta, precisa di un slogan, ma di "un impegno chiaro, concreto e tangibile, che porti a definire politiche e iniziative attivamente antidiscriminatorie da sviluppare nei prossimi mesi".

Sulla questione è intervenuta anche la parlamentare della Lega Elena Raffaelli che, in una nota, ribadisce come "E’ un ‘no’ netto e motivato quello del Senato al Ddl Zan e davvero desta meraviglia il commento poco meditato di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna. Ma si sa, il PD ha una capacità unica di stravolgere la realtà senza timore di scadere nel ridicolo. Il Ddl Zan non era un provvedimento di civiltà, a meno che Bonaccini non consideri ‘civiltà’ la violazione della libertà di pensiero e il boicottaggio indiscriminato di chi ha legittime opinioni diverse. Perché a questo puntava il testo Zan, a imbavagliare, zittire e intimidire chi dissente e non a un obiettivo condivisibile di introdurre pene più severe per chi discrimina o usa violenza sulla base di pregiudizi legati al sesso, all’etnia o al credo religioso. Ma che Bonaccini sbagli completamente lo dimostra anche la chiusura del Pd a qualunque mediazione e confronto. Altro che ‘visione premoderna dei diritti’, Il Pd non può insegnare nulla a nessuno in tema di diritti e di libertà. Se davvero l’obiettivo del Pd è arrivare a un risultato concreto e condiviso, senza strumentalizzazioni ideologiche, si può fare partendo dal testo sostenuto dalla Lega che non incide sulla libertà di educazione, che esclude dai programmi scolastici la teoria gender e non censura la libertà di opinione”.

Caustico anche il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi che, a sua volta, attacca Marco Tonti in un post su Facebook: "Spiace leggere commenti così beceri da parte di Marco Tonti neo-consigliere comunale della lista di sinistra “Rimini Coraggiosa”. Definire “preservativo” la Vergine Maria (Nostra Signora di Guadalupe) raffigurata nella bandiera dei Cristeros messicani, è un atto di una pochezza inaudita, un insulto a tutti i cattolici di Rimini e non solo, una povera sparata blasfema. Spero vivamente che tutti i colleghi di maggioranza del neo-consigliere, sia coloro che si definiscono cattolici che tutti gli altri, possano dissociarsi da questo linguaggio che non può appartenere ad un uomo delle istituzioni. Caro Marco, parli tanto di lotta alle discriminazioni, ma forse non conosci così bene cosa sia il rispetto".

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