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Le dimissioni del dirigente ai lavori pubblici scatenano la querelle politica

Il capogruppo della Lega Elena Raffaelli: "Annunciate dopo appena tre mesi dall’aver assunto questo ruolo a Riccione, mantenendo l’incarico dirigenziale anche a Cattolica, significano che qualcosa non è andato per il verso giusto"

Le dimissioni del dirigente ai lavori pubblici del Comune di Riccione, Baldino Gaddi, scatenano la querelle politica e a lanciare l'attacco all'amministrazione della Perla Verde è il capogruppo della Lega in consiglio comunale Elena Raffaelli che in una nota sottolinea come “Il sindaco Daniela Angelini non può far finta di nulla. Le dimissioni del dirigente ai lavori pubblici Baldino Gaddi annunciate dopo appena tre mesi circa dall’aver assunto questo ruolo a Riccione, mantenendo l’incarico dirigenziale anche a Cattolica, significano che qualcosa non è andato per il verso giusto. E che sia così l’abbiamo visto nel consiglio comunale del 29 dicembre scorso, dove Gaddi ha difeso politicamente al posto della Giunta il documento triennale dei Lavori pubblici, uno dei più importanti dell’attività dell’amministrazione”.

“Gaddi, in un’intervista di qualche settimana fa, ha rilasciato dichiarazioni surreali - puntualizza la Raffaelli. - Arrivato a Riccione a metà dello scorso settembre, avrebbe trovato, a suo dire, ‘una situazione difficile e cantieri fermi’. Miracolosamente in due mesi avrebbe messo tutto a posto pur ammettendo candidamente che c’è ancora molto da fare. In realtà, Gaddi ha dato l’impressione di ‘scappare’ da Riccione. E la prova è proprio il Piano triennale dei Lavori pubblici che Gaddi ha firmato, ma che non porterà a termine lasciando la mela avvelenata al suo successore. Intendiamoci, Gaddi ha fatto di tutto per difendere la Giunta Angelini intervenendo in Consiglio comunale più sul piano politico che tecnico, scippando il ruolo all’assessore di riferimento. Tanto rumore per nulla: di sicuro - parola della Giunta - per la riqualificazione di viale Ceccarini c’è solo un milione di euro e una cifra irrisoria di 500mila euro per il porto, neppure sufficienti per imbiancare le banchine. Ma è proprio sul ‘porto’ che sorgono i dubbi maggiori. Non sarà che Gaddi come esperto di ‘project financing’ è stato chiamato da sindaco e maggioranza per organizzare in un paio di mesi la vendita dell’area portuale a privati? Sembrano accreditarlo le mezze notizie che circolano. Vogliamo vederci chiaro: il porto è uno dei nostri luoghi dell'anima, racconta l'identità della nostra città quando nel 1897 ‘… due moli Guardiani costruiti in legno, a gabbie riempite coi sassi del Monte di Gabicce’ segnarono il primo sviluppo di quell'area per soddisfare le esigenze dei nostri pescatori. Un simbolo di Riccione che ha fatto anche la fortuna turistica della città non può essere lasciato alla mercé della speculazione. La Giunta chiarisca subito”.

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