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Minoranza compatta: "Aumentare la tassa di soggiorno e non l'Irpef"

Rufo Spina (FI) suggerisce al Comune risparmi per 10 milioni di euro con sede unica per gli uffici comunali e tagliando Notte Rosa e Molo street parade

"Dai tagli alla spesa corrente a un aumento dell'imposta di soggiorno; dalla vendita delle azioni libere di Hera all'accensione di un mutuo". L'opposizione in Comune a Rimini snocciola questa mattina in commissione tutte le alternative all'aumento dell'Irpef, con Gruppo misto e Lega che annunciano la presenza in piazza a fianco dei sindacati per il sit in di protesta di martedì prossimo 19 marzo. "Era tutto predeterminato. C'è un grosso problema in parte corrente nel bilancio: non copriamo le spese", attacca Mario Erbetta del Gruppo misto. Così è stato fatto "un budget in qualche modo", sapendo che si sarebbe dovuta applicare la variazione dell'Irpef, da approvare entro fine marzo. Lo stesso meccanismo applicato con le multe, con gli introiti gonfiati di cinque milioni di euro, "si copre una previsione necessariamente o volutamente errata". E si vanno a colpire, prosegue, lavoratori dipendenti e pensionati, mentre "le parti sociali non hanno voce. È una tassa iniqua e i riminesi si devono svegliare". Tuona contro una manovra che "colpisce 60.000 soggetti, i due terzi dei contribuenti", anche Gioenzo Renzi di Fratelli d'Italia: "Non è accettabile in questo contesto socio-economico". La pressione tributaria è passata dai 590 euro del 2011 a 863; la spesa corrente cresce da 175 a 177 milioni. Occorre intervenire sulla proprietà immobiliare, suggerisce, come Palazzo Brighenti, e soprattuto si possono "vendere le azioni libere di Hera, 1,87 milioni per un valore di circa 4,6 milioni di euro".

"Inventate la storia del bando Periferie perchè i conti non tornano e il bilancio fa acqua da tutte le parti", tuona Marzio Pecci della Lega. "La Cassa di risparmio non foraggia più" e ci sono le spese per Rocca e teatro Galli. "Il fallimento della quotazine della Fiera- prosegue- è costato 1,6 milioni di euro ed incide sul Palas". Pecci attaca anche il lavoro dei dirigenti e incalza affinchè l'innalzamento della fascia di esenzione non sia accompagnato da una rimodulazione delle aliquote". Il vicino di scranno Matteo Zoccarato si chiede "se le aliquote torneranno al valore attuale in caso arrivino i soldi del bando Periferie" e ribadisce come "non regge la scusa di cercare garanzie per i cantieri di Rimini nord. Il trend di aumento della pressione fiscale è palese". Così come il tentativo di "indorare la supposta dell'Irpef", con le risorse per la scuola di Gaiofana. Non fa sconti nemmeno Forza Italia: Carlo Rufo Spina elenca tagli per circa 10 milioni di euro, di cui due risparmiando sugli uffici comunali attraverso una sede unica, uno da Notte Rosa e Molo street parade, e poi tagliando le varie sponsorizzazioni, i finanziamenti alle cooperative e per le casette dei "falsi nomadi", il "sogno assurdo del parco del Mare". Inoltre con la vendita di azioni Hera si posono ottenere "50, 60 milioni per gli investimenti". Altra leva, prosegue, l'imposta di soggiorno. Secondo i calcoli del forzista per ogni riminese ci sono oltre 53 turisti, rispetto agli 8,7 di Roma, 7,9 di Milano, 40 di Venezia e 24,4 di Firenze. Però l'imposta di soggiorno è "in media di un euro", rispetto a cinque, 3,5. arrivando solo a un media di 1,5 si incasserebbero, conclude, 12 milioni di euro. L'azzurro Nicola Marcello trova "ridicola" la progressività dell'aliquota da 0,1, caldeggia la sede unica degli uffici comunali e lamenta che l'amministrazione "non vuole dialogo ne' con i sindacati ne' con i cittadini". 

Infine Gennaro Mauro del Movimento per la sovranità rimarca che "siamo indietro sull'innovazione tecnologica e infatti il recupero dell'evasione non è garantito". Tant'è che "173 alberghi non pagano la Tari da due anni". Mauro sprona a innalzare la quota di esenzione, anche se "la maggioranza pare supina a tutte le decisioni della giunta". e lancia la proposta di accendere per il primo stralcio dei lavori a Rimini Nord un mutuo da 3,7 milioni di euro.

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