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Piano regionale contro la violenza di genere, Rossi (Pd): "Prevenzione e tutela i punti cardine"

Via libera dalla Commissione Parità dell’Assemblea Legislativa, per diventare operativo dovrà solo superare il voto finale in aula

Via libera dalla Commissione Parità dell’Assemblea Legislativa al nuovo piano triennale contro la violenza di genere dell’Emilia-Romagna. Per diventare operativo dovrà solo superare il voto finale in aula. “La Regione continua a impegnarsi sul fronte della prevenzione e della protezione, del supporto alla rete territoriale dell’associazionismo e dei centri antiviolenza che operano a stretto contatto delle vittime, donne e minori in crescita, ma anche degli uomini maltrattanti” sintetizza il consigliere regionale Pd Nadia Rossi. A fronte di dati sempre più allarmanti, che con la pandemia si sono acuiti ulteriormente tanto che le chiamate al numero di emergenza 1522 sono raddoppiate tra il 2019 e il 2020, la Regione risponde con azioni che puntano in particolare a prevenire la violenza.

“Bisogna individuare il prima possibile i fenomeni e i comportamenti che possono sfociare in violenze sistematiche o episodiche. Con 2,6 milioni di euro di risorse nazionali nel 2021 e altri 2,1 milioni di euro di finanziamenti regionali per il biennio 2020-2021 sosteniamo attività su tutto il territorio. – prosegue la consigliera dem – Nella nostra Regione, infatti, c’è una rete che si muove nella direzione di tutelare le donne. Parallelamente, e a riguardo cito il Nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, le scelte della nostra giunta e assemblea regionale le pongono nel cuore delle politiche del lavoro, economiche e sociali dei prossimi anni. Prevenzione e politiche attive per riconoscere alle donne diritti e tutele sono la lente con cui leggere le vulnerabilità che ancora il nostro sistema dimostra di avere. Non posso non pensare infatti a quanto successo alle giovanissime Chiara Gualzetti e Saman Abbas; ma anche alle critiche misogine denunciate dalla sindaca di Casalfiumanese Beatrice Poli”.

“Ricordo infine la mia personale battaglia per l’introduzione in Emilia-Romagna di quello che ho definito “reddito di libertà”. – richiama Rossi, che ha formalizzato la proposta in una risoluzione approvata dall’Assemblea Legislativa un paio di mesi fa – Un sostegno economico e al re-inserimento sociale e lavorativo alle vittime che, trovandosi impossibilitate per ragioni economiche ad allontanarsi definitivamente da un compagno violento, dopo una iniziale presa di distanza, tornano alla relazione violenta come unica possibilità di sopravvivenza economica”.

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