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Università e studenti sotto pressione. "Non si può morire di Università, da Rimini una serie di proposte"

Emanuele Bianchi, responsabile scuola e università del Pd comunale di Rimini: "Serve un presidio costante all'interno delle università, come per esempio lo sportello psicologico"

Ancora una volta il peso delle aspettative e la pressione sociale hanno portato un giovane studente di medicina a togliersi la vita a Chieti, in un block notes sono state rinvenute le motivazioni del gesto. Esattamente come il biglietto lasciato dalla giovane ragazza  di diciannove anni morta suicida a Milano lo scorso febbraio che cita: "Ho fallito". "E' necessario anche da Rimini dire stop a queste morti di università con iniziative concrete a supporto del benessere psicologico degli studenti universitari", cosi Emanuele Bianchi, responsabile scuola e università del Pd comunale di Rimini.

"Siamo di fronte a questa drammatica situazione, dove le morti di giovani studenti sono sempre più in crescita e anche l'unione degli universitari denuncia che "il mondo universitario è sempre di più luogo di depressione e ansia". Per questo servono non solo proposte, ma risposte concrete affiancate a investimenti che partano soprattutto dai territori. I casi di depressione tra i giovani sono in costante aumento e l'enorme e il più delle volte sproporzionato carico di studio nelle università Italiane non accenna a diminuire, neanche di fronte a numerosi e diversi metodi di insegnamento utilizzati a livello Europeo, come ad esempio, nei Paesi Bassi".

"Serve quindi un maggiore investimento di risorse e soprattutto un presidio costante all'interno delle università, come per esempio lo sportello psicologico che manca nella maggior parte delle università italiane e laddove c'è, come a Bologna, ci si trova di fronte ad attese lunghissime, dovute per l'appunto alla mancanza di investimenti, mezzi e infrastrutture adeguate. Quest’ ultimo, rappresenta un punto fondamentale visti i preoccupanti dati pubblicati dall'Oms, che classifica l'Italia come prima classificata in Europa per stress adolescenziale con le studentesse che già a 15 anni soffrono per il 72% da stress scolastico, a fronte di un 50% registrato dai maschi. Questi sintomi possono trasformarsi facilmente in depressione, infatti il tasso di giovani adulti nella fascia 18/25 anni che soffrono di depressione, è aumentato del 63% tra il 2009 e il 2017 ed è quindi fondamentale prendere in forte considerazione tali dati e stabilire una linea d'azione".

"Sono diverse le proposte a livello nazionale, tra le quali anche il documento sottoscritto dai G.D. nazionale che propone diversi punti estremamente importanti sottolineando la necessità di affiancare le proposte ad investimenti concreti, soprattutto sul territorio Emiliano-Romagnolo e quindi anche nel Riminese che vede un'importante polo dell'Università di Bologna con un costante aumento di iscrizioni e studenti fuorisede, e quindi di problemi legati alla salute mentale, spesso dettata dalla lontananza della famiglia".

Fiorella Zangari, segretaria dell'unione comunale Pd Rimini, afferma che "prevenire la depressione tra gli studenti universitari può essere un processo complesso, ma ci sono diverse strategie che possono aiutare ad affrontare questo problema. Per essere concreti se ne possono elencare alcune: promuovere la salute mentale degli studenti attraverso programmi di prevenzione, eventi sulla salute mentale e campagne di sensibilizzazione. Oltre a offrire servizi di supporto psicologico e counseling per studenti sarebbe importante fornire informazioni sulla salute mentale, come ad esempio i sintomi della depressione e dell’ansia per aiutare a prevenire questi disturbi, attraverso siti web dell’università, i social media e materiali informativi. La creazione di un ambiente di supporto, con gruppi di supporto tra pari o di programmi di tutoraggio potrebbero aiutare gli studenti a gestire lo stress accademico, le pressioni sociali e altri problemi di salute mentale. Ciò potrebbe aiutare a ridurre lo stigma associato alla depressione e ad altri problemi di salute mentale che aiuterebbe gli studenti a sentirsi più a loro agio nel cercare aiuto e nel parlare dei loro problemi".

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