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Cambio di residenza per la mostra "Una vita contro la mafia"

La tappa di Bellaria segue quelle di Rimini e Cattolica, con l'obiettivo di proseguire il suo percorso di promozione della cultura della legalità e sviluppare la coscienza democratica, lo spirito di partecipazione e la responsabilità sociale nelle giovani generazioni.

Nella mattinata di mercoledì 22 febbraio, presso la Scuola secondaria di primo grado Alfredo Panzini, si è svolta l'inaugurazione della tappa bellariese della mostra itinerante "Una vita contro la mafia".

Realizzata dagli studenti dell’Istituto "Molari" di Rimini con il coordinamento della Prof.ssa Daniela Gravina ed in collaborazione con l’Osservatorio provinciale sulla criminalità organizzata, l'esposizione nasce da una riflessione sulla testimonianza di chi ha perso la vita per mano delle mafie. Un progetto di grafica nato nel 2018, diventato ora una mostra diffusa che coinvolge le ragazze e i ragazzi che, ispirandosi allo stile dell’artista Noma Bar, hanno ridato voce e immagine a 104 storie simbolo della lotta alla criminalità organizzata.

La tappa di Bellaria Igea Marina segue quelle di Rimini e Cattolica, con l'obiettivo di proseguire il suo percorso di promozione della cultura della legalità e sviluppare la coscienza democratica, lo spirito di partecipazione e la responsabilità sociale nelle giovani generazioni.

L’appuntamento di mercoledì 22 febbraio è stato anticipato dalla presentazione generale della mostra e dai saluti istituzionali: alla presenza tra gli altri, dell'Assessore alla Legalità del Comune di Rimini Francesco Bragagni e dell'Assessore alla Legalità del Comune di Cattolica Claudia Gabellini, per un ideale passaggio del testimone. A fare gli onori di casa, il Sindaco Filippo Giorgetti e l'Assessore alla Legalità del Comune di Bellaria Igea Marina Cristiano Mauri. A seguire, alcuni ragazzi dell'Istituto Molari hanno presentato le tavole di lavoro grafico dedicate alle vittime di mafia. Attività didattica in tema legalità che vede coinvolti anche gli alunni della Scuola Panzini, attraverso approfondimenti condotti dai docenti nelle singole classi che proseguiranno nelle prossime settimane.

La mostra resterà allestita presso la Scuola Panzini, simbolicamente, per 57 giorni: il tempo che intercorse tra la strage di Capaci e quella di via D’Amelio.

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