A 150 anni dalla breccia Verucchio celebra Andrea Alarico Ripa, eroe di Porta Pia
Al comando del 12esimo battaglione Bersaglieri venne ferito da una fucilata sparata da uno zuavo pontificio e in seguito morì per le complicazioni
A 150 anni da uno degli episodi che hanno segnato la storia del nostro Paese, il Comune di Verucchio celebra Andrea Alarico Ripa, eroe di Porta Pia, cui è intitolato il panoramico Belvedere del capoluogo. Lo fa nell’ambito della rassegna ‘Storie per tè’ della Festa della Storia 2020, sei momenti pensati per omaggiare altrettanti personaggi o eventi in occasione di importanti anniversari che hanno già visto martedì una lettura ad alta voce nel centenario della nascita di Gianni Rodari e proseguiranno domani giovedì 15 ottobre alle 17 alla Biblioteca Don Milani con alcuni racconti e il laboratorio di pittura di Piera Ginetti ribattezzato ‘La vita e le opere di Raffaello Sanzio’ nel cinqucentenario della morte del grande artista.
All’appuntamento ‘Il verucchiese Andrea Alarico Piva, eroe di Porta Pia’ viene invece riservata la sala consiliare del municipio: l’evento, a ingresso gratuito disciplinato secondo le normative Covid (prenotazione consigliataallo 0541-679327 o scrivendo a turismo@comune.verucchio.rn.it), è in programma venerdì 16 ottobre alle 20.30 e la figura del capitano dei Bersaglieri vittima della presa di Roma che fu l’atto culminante del Risorgimento sarà tracciata dalla sindaca Stefania Sabba, dalla referente dell’Archivio Storico e della Biblioteca Don Milani Lisetta Bernardi, dal docente e storico del Risorgimento Andrea Montemaggi e dal notaio Stefano Ripa, discendente dell’eroe locale. Durante la serata, che sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook del Comune di Verucchio, è previsto un piccolo momento conviviale
Andrea Alarico Ripa nacque a Verucchio il 5 settembre 1841 dal padre Luigi e dalla madre Virginia Ugolini. Luigi Ripa viene più volte incarcerato e alla fine deve andarsene in esilio a Torino. Il figlio lo raggiunge nel 1857. Quando due anni dopo scoppia la seconda guerra d’indipendenza, nonostante i suoi 17 anni riesce a farsi arruolare in fanteria con il grado di sergente. Il 9 settembre 1860 è sottotenente e torna in Romagna con le truppe che invadono lo stato pontificio. Combatte a Castelfidardo, Macerone, Capua e partecipa agli assedi di Ancona, Gaeta e Messina guadagnandosi diverse menzioni d’onore. Al termine della campagna viene promosso luogotenente.