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Cronaca Misano Adriatico

Assalto armato alla sala scommesse, catturati i rapinatori

Gli inquirenti dell'Arma hanno stretto il cerchio intorno ai due presunti autori del colpo da oltre 5mila euro avvenuto la sera di Pasquetta

Gli inquirenti dell'Arma hanno stretto il cerchio intorno ai due presunti autori del colpo da oltre 5mila euro avvenuto, la sera di Pasquetta, alla sala scommesse Intralot di Misano Adriatico. Ad essere arrestati, su ordinanza del gip Raffaella Ceccarelli, sono stati un albanese 30enne già noto alle forze dell'ordine e un catanese 48enne. Ad incastrarli, secondo quanto emerso dalle indagini certosine dei carabinieri, una serie di intercettazioni e l'analisi del percorso fatto dall'auto usata dai malviventi durante la rapina. La sera del 10 aprile inorno alle 22 i due, a bordo di una Bmw, erano arrivati nel parcheggio della sala scommesse per poi entrare all'interno coi volti parzialmente coperti. Il 30enne, armato di pistola, aveva puntato l'arma contro il dipendente dell'attività obbligandolo a consegnargli i contati della cassa. Una volta arraffato il bottino, i rapinatori erano fuggiti a bordo dell'auto di grossa cilindrata riuscendo a far perdere le tracce mentre dalla sala scommesse era partito l'allarme che aveva fatto accorrere i carabinieri.

Gli investigatori dell'Arma erano partiti dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso, che sorvegliavano sia l'interno che l'esterno dell'attività, riuscendo a individuare la targa della Bmw dei malviventi. Gli accertamenti avevano permesso così di arrivare all'albanese, che l'aveva affittata, e tramite le intercettazioni telefoniche anche al complice. A rendere più difficile la cosa, però, era stata la scoperta da parte dello straniero di una cimice nascosta dagli inquirenti nella sua vettura. Distrutta la microspia, il 30enne si era fatto estremamente sospettoso tanto da tagliare i ponti telefonici col complice. Gli inquirenti, tuttavia, dopo averli arrestati li avevano lasciati soli in una stanza della caserma piena di microspie che avevano catturato le conversazioni tra i due. Al termine delle pratiche di rito, per l'albanese è scattata la custodia cautelare in carcere mentre, il 48enne, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

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