rotate-mobile
Cronaca

Bancarotta fraudolenta, nei guai il costruttore delle Befane e del 105 Stadium

Sequestrati beni per oltre 60 milioni di euro tra immobili, terreni, quote societarie, cessioni di crediti e fidejussioni e saldi attivi di conti correnti

Operazione "Rolling Bricks" del nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Rimini che, lunedì mattina, ha darò il via a sequestri preventivi per 60 milioni di euro nelle province di Rimini, Pesaro e Ravenna e una misura coercitiva nei confronti di uno degli indagati nel fallimento della ditta edile "Mulazzani Costruzioni spa" avvenuto nel 2013. L'indagine è partita in seguito al fallimento, nel 2013, della ditta che avrebbe realizzato alcune opere di grosso interesse in provincia di Rimini e non solo. Ad essere indagati per bancarotta fraudolenta e preferenziale sono Italino Mulazzani, presidente del cda della Mulazzani Costruzioni Spa; il figlio Fabio, direttore generale della ditta di costruzioni e la figlia, e altre 22 persone creditori dell'azienda che hanno goduto di pagamenti, appunto preferenziali

Per Fabio Mulazzani è scattata l'applicazione della misura cautelare dell'obbligo di firma per tre volte alla settimana alla Polizia Giudiziaria, aoltre al sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 60 milioni di euro, emesso dal Gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore, Paolo Gengarelli. Le indagini delle Fiamme Gialle erano partite dalla dichiarazione di fallimento della "Mulazzani Costruzioni spa" che, in passato, aveva realizzato importanti opere come, a Pesaro, gli stabilimenti Berloni, la sede della BNL, il complesso immobiliare Le Torri e il Palazzo di Giustizia mentre, a Rimini, il 105 Stadium e il centro commerciale Le Befane.

Prima della sentenza che dichiarava di fallimento, secondo quanto accertato dalla Finanza, la società aveva avuto accesso alla procedura del concordato preventivo, poi revocato per inadempimento degli obblighi contratti col Tribunale di Rimini. Le indagini hanno coinvolto numerose società che fornivano beni e servizi alla fallita e, per esse, i rispettivi legali rappresentanti sono stati denunciati a piede libero all'autorità giudiziaria per concorso in bancarotta fraudolenta di tipo preferenziale, quali destinatari di beni e disponibilità alienati dalla fallita in danno degli altri creditori. Nell'ambito dell'attività investigativa è stata rilevata, inoltre, un'attività distrattiva che ha riguardato un albergo di Riccione avvenuta nei giorni immediatamente antecedenti alla data di presentazione della domanda di ammissione alla procedura concorsuale, nonchè di liquidità dai conti correnti aziendali, attraverso finanziamenti infruttiferi concessi dalla fallita a società partecipate dalla stessa e riconducibili alla famiglia che ne deteneva le quote societarie.

I finanzieri di Rimini, con l'ausilio dei colleghi di Pesaro, Urbino, Fano, Cattolica, Senigallia e Aversa, nel Casertano, hanno dato esecuzione al provvedimento del Gip e ai provvedimenti di sequestro di 53 immobili e 22 terreni, quote societarie, cessioni di crediti e fidejussioni e saldi attivi di conti correnti riconducibili agli indagati per un ammontare complessivo di oltre 60 milioni di euro.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bancarotta fraudolenta, nei guai il costruttore delle Befane e del 105 Stadium

RiminiToday è in caricamento