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Cronaca

Tra i banchi del mercato regna il malumore. "Sul nuovo progetto troppe incognite, ci vuole chiarezza"

Il presidente del consorzio Andrea Fabbri: "In questo momento la situazione è di forte preoccupazione, urge un incontro e affrontare i temi che più agitano gli operatori"

Il prossimo 11 aprile è fissata la scadenza per la chiusura del bando di gara che avvierà la concessione attraverso partnenariato pubblico privato della progettazione, realizzazione e gestione del nuovo mercato coperto di Rimini. Il tema è stato al centro del dibattito anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale, dove è stata avanzata l’ipotesi del trasloco temporaneo, quando ci sarà la demolizione dello stabile, nell’area del Settebello. “In questo momento la situazione tra gli operatori è di forte preoccupazione – spiega Andrea Fabbri, presidente del Consorzio degli operatori del Mercato Coperto -, sono tanti i temi che preoccupano, ma ciò che più sta agitando gli operatori è la mancanza di chiarezza”.

Per questo motivo l’auspicio è quello che ci possa essere in tempi brevi un confronto tra Comune e operatori. “Noi come consorzio quello che in questo momento possiamo fare è informare gli associati e cercare un confronto con l’amministrazione. Anche perché il bando non deciderà solo la costruzione del nuovo mercato ma anche la gestione, per cui il Consorzio che oggi è chiamato a gestire i servizi potrebbe trovarsi in futuro anche nella condizione di perdere la sua funzione. E perciò resta tutto da capire anche quale sarà il suo ruolo”.

Per intanto si sommano tanti malumori. Su più fronti: preoccupazione sui futuri costi dei canoni, sulle tante incognite per il trasferimento nell’area del Cinema Settebello, ma anche sulle tempistiche. “E’ una situazione nel suo insieme che preoccupa gli operatori – aggiunge Fabbri -, da considerare anche il fatto che il trasloco temporaneo in una tensostruttura potrebbe generare una perdita di fatturato, ma questo sembra che non venga preso in considerazione nei costi dei canoni. In generale in molti confidano che possa esserci un miglioramento del bando, ma finché non si sa chi parteciperà non si può sapere”.

Dubbi anche sulla struttura provvisoria, che avrà dimensioni ridotte: “Con meno servizi si rischia anche la diminuzione della clientela e perciò un anno e mezzo davvero difficile, prima di un ritorno nella struttura che vedrà poi il nodo dei canoni – conclude Fabbri -, diciamo che capisco l’insicurezza che si respira. Ogni operatore trarrà poi le sue conclusioni, ma occorre un incontro”.

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