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Cronaca

Cannabis legale, cani antidroga e narcotest la identificano come stupefacente

Il fiorire di negozi e distributori automatici di marijuana hanno evidenziato un vuoto normativo e si rischia comunque di venire fermati dalle forze dell'ordine

Ormai il boom della cannabis legale, quella con un contenuto di Thc inferiore allo 0,6%, sembra inarrestabile ma allo stesso tempo non è detto che a un controllo delle forze dell'ordine si possa uscirne idenni. Al momento è diventato un giro d’affari milionario che, di recente, è sbarcato anche nelle tabaccherie dopo che, in tanti angoli della città, sono fioriti negozi e distributori automatici che offrono una molteplice varietà di marijuana. Per la Legge italiana il consumo di cannabis a scopo ricreativo  è vietato ad ogni livello. Se per la coltivazione e la vendita dei prodotti derivati dalla canapa esiste una soglia di tolleranza per il contenuto in Thc che oscilla tra gli 0,2 e gli 0,6%, per il consumo non esiste un limite minimo. Fumare la cannabis legale tecnicamente resta un illecito, anche se di natura amministrativa. Ci si trova quindi in una situazione in cui due norme differenti, la coltivazione e la vendita, si sovrappongono: quella che permette la compravendita dei derivati della canapa legale, e quella che vieta uso e possesso di sostanze stupefacenti. Di fronte a un funzionario particolarmente pignolo, si potrebbero rischiare sanzioni che, in caso di recidive, possono arrivare al ritiro della patente o del porto d’armi, e addirittura alla sospensione del passaporto.

I cani antidroga delle forze dell'ordine, infatti, segnalano la presenza anche della cannabis che i venditori garantiscono legale al 100%. Anche i narcotest, come spiegano i carabinieri della Compagnia di Rimini, in certi casi reagiscono positivamente all'analisi anche se, sottolineano, la colorazione del reagente non è intensa come per la droga acquistata illegalmente. I kit, infatti, identificano solamente il principio attivo, presente in minima parte anche in quelal venduta legalmente, ma non la quantità. Ed ecco, quindi, aprirsi un vuoto amministrativo nel quale si rischia di incappare avendo in tasca le infiorescenze acquistate nei negozi specializzati. L'acquisto di più grammi, quindi, potrebbe far incappare anche in un vero e proprio arresto con tutte le conseguenze del caso. Solo dopo il fermo, infatti, il giudice può accogliere la richiesta di effettuare un'analisi approfondita sui campioni per accertare la reale percentuale di principio attivo e stabilire se sia o meno legale.

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