rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Coldiretti: "Fermiamo il consumo di suolo per il futuro del cibo e dell’Italia"

Corsini: "Nella provincia di Rimini nello spazio nemmeno di una generazione, dal 2006 al 2022, sono scomparsi 11.542 ettari di terreno agricolo  seguendo un modello di sviluppo sbagliato"

Non si ferma il consumo di suolo agricolo. I campi che producono cibo a km0 continuano a essere le aree dove vanno sempre a cadere le scelte per realizzare nuove opere pubbliche o nuovi insediamenti abitativi e produttivi. Presentata il 25 ottobre l’edizione 2023 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) dell’Ispra. I dati evidenziano, purtroppo che il consumo del suolo non solo da due anni non rallenta più, ma nel 2022 accelera e torna a correre a ritmi che in Italia non si vedevano da più di 10 anni. I fenomeni di trasformazione del territorio agricolo e naturale in aree artificiali hanno così sfiorato i 2,5 metri quadrati al secondo e riguardano quasi 77 chilometri quadrati  in un solo anno, il 10% in più rispetto al 2021.

Secondo l’indagine il consumo di suolo nella provincia di Rimini  nel 2022 ha raggiunto 11.542 ettari di superficie totale consumato, con 33 ettari consumati nell’ultimo anno. Un dato preoccupante se paragonato alla superficie agricola utile (terreni coltivati) che, per la stessa provincia di Rimini nel 2020 è di 35.667 ettari (statistica Camera di Commercio della Romagna Forlì-Cesena e Rimini). "Da decenni, gli agricoltori sentono proclamare che si deve invertire la rotta e smettere di costruire sui terreni agricoli fertili – dichiara il presidente di Coldiretti Rimini, Guido Cardelli Masini Palazzi – Invece, oggi più che mai, assistiamo a continui attacchi alle aree agricole più produttive e questo perché un campo coltivato è considerato soltanto una “superficie”, un insieme di particelle catastali “libere” da costruzioni, facili da espropriare e che non si portano dietro i costi e i tempi necessari per bonifiche ambientali. La battaglia per fermare il consumo di suolo è una battaglia di civiltà. È una battaglia per il futuro del cibo e per il futuro dell’ambiente a disposizione delle future generazioni".

"Nel Riminese - aggiunge - la tendenza al consumo di suolo purtroppo è destinata ad aumentare con il silenzio della politica in generale, sono davvero molti i progetti che prevedono un consumo di suolo agricolo: dalla nuova circonvallazione di Santa Giustina oramai arrivata a conclusione che comporta la distruzione di numerosi fondi agricoli, alle opere di completamento della terza corsia dell’ autostrada, alla realizzazione di nuovi metanodotti e con il rinnovo della VIA alla “spada di Damocle” della variante alla SS16 che, se realizzata, segnerà la fine del comparto orticolo nella zona di Rimini Nord con il consumo di decine e decine di ettari di fertile terreno agricolo. Poi per quanto riguarda la variante della SS16 si tratta di una scelta anacronistica, con la volontà di realizzare una infrastruttura prevista oltre venti anni or sono quando per tanti motivi veniva privilegiato il trasporto su strada mentre oggi al fine di mantenere i buoni propositi in un’ottica di green economy e di soluzioni per ridurre l’inquinamento, sarebbero da valorizzare altri mezzi di trasporto, come ad esempio le ferrovie".

"Nella provincia di Rimini nello spazio nemmeno di una generazione, dal 2006 al 2022 - evidenzia il direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini - sono scomparsi 11.542 ettari di terreno agricolo  seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile. Chiediamo che l’obiettivo di consumo di suolo zero, posto dall’Unione europea al 2050, parta invece già da questo 2023  – conclude il direttore  Corsini,   – stiamo infatti parlando di superfici enormi che oltre  alla nostra indipendenza alimentare aumenta la pericolosità idraulica con l’impermeabilizzazione dei nostri territori segnati da eventi estremi dalla siccità ai violenti temporali".

"Vogliamo ribadire con forza – aggiunge il vice direttore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci - che un terreno agricolo è lo “stabilimento” di produzione di un’azienda agricola e un’azienda agricola ha la stessa dignità economica e lo stesso valore sociale di un’altra azienda magari manifatturiera o dei servizi. Nessuna amministrazione si sogna mai di progettare un’opera pubblica o una variante urbanistica in sostituzione di una fabbrica, al posto di un centro commerciale o di una palazzina uffici. Le scelte ricadono sempre sulle aree coltivate, come se non si trattasse di terreni produttivi. I campi non sono terreni liberi, sono le “fabbriche” del cibo, oggi e nel futuro. È venuto il momento che le esigenze dell’agricoltura siano sempre tenute presente quando si progetta di occupare una superficie coltivata, qualunque sia la destinazione d’uso. Per assurdo si demonizza l’attività agricola – precisa Ricci -  come una delle attività maggiormente inquinanti e, oltre a non essere vero,  in realtà l’agricoltura è l’unica attività che può catturare carbonio e combattere il cambiamento climatico. Una gestione sostenibile del terreno consente  di rimuovere dall’atmosfera l’ anidride carbonica prodotta dalle altre attività, quindi una ragione in più, oltre gli aspetti  economici,  occupazionali e sociali, per tutelare il settore".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coldiretti: "Fermiamo il consumo di suolo per il futuro del cibo e dell’Italia"

RiminiToday è in caricamento